Il potere dello scambio di idee

“Se tu hai una mela e io ho una mela e ci scambiamo le nostre mele allora tu ed io avremo ancora una mela a testa. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ci scambiamo queste idee; allora ciascuno di noi avrà due idee.”
(George Bernard Shaw)

La transizione dall’era industriale al “knowledge work” sta favorendo la condivisione di idee, le sinergie fra aziende che storicamente sono state competitor e le ibridazioni fra organizzazioni che si mettono insieme per creare nuovi prodotti.

Siamo di fatto all’alba di una nuova era: ormai già qualche anno fa, Nike col progetto “green X” ha reso disponibili ad altre aziende le proprie ricerche su materiali innovativi e non sono nuove partnership fra aziende concorrenti (mi viene in mente l’esempio di Gucci e Balenciaga ma anche di altre “joint venture” che solo 10 anni fa sarebbero state impensabili).

Eppure gli enormi vantaggi di scambiare idee e fare sinergie per ampliare i propri orizzonti e aprire nuovi mercati non convincono ancora gli ambienti più conservativi.

Il problema non è solo fra aziende ma anche fra funzioni della stessa azienda e fra persone dello stesso ufficio (che teoricamente dovrebbero condividere gli stessi obiettivi e puntare agli stessi risultati).

Riprendendo l’aforisma di Shaw, è interessante osservare a quante idee vengono ancora scambiate per mele rinunciando alla possibilità di mangiare tutti in abbondanza…

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