“chi ha un perché può sopportare tutti i come”..

Sofia a Dicembre 2022 ha vinto una gara di coppa del mondo di sci con una mano fratturata..

Non hai mai vinto un mondiale ma se hai fatto sport a livello agonistico sai cosa vuol dire..

Lo sci è uno sport duro: uno di quelli che ti “allena” anche alla vita.

Sveglia alle 5, strati di abiti scomodi e scarponi che serrano come morse di acciaio; freddo che ti entra nelle ossa, allenamenti massacranti e neve che quando scendi a 150 all’ora nelle giornate di bufera fa male come una raffica di proiettili di plastica.

Quando ti tagli le mani con le lamine non senti niente e le temperature glaciali congelano sia il dolore che l’emotività.

La montagna ti fa sentire grande ma anche enormemente piccolo.. al punto che, se non sei un incosciente, l’ego devi metterlo nello zaino e fare del “ridimensionamento” dei problemi una regola di vita (concentrandoti sull’obiettivo a prescindere da tutto ciò che sta intorno).

Per questo una frattura a una mano nella testa di Sofia ha rappresentato solo un inconveniente parte di un gioco dalla posta alta.

Per questo negli occhi degli atleti, quello che per altri può essere un’ostacolo rappresenta un’opportunità di iniettare adrenalina in un corpo da portare al limite per “venire giù” nel minor tempo possibile.

L’ impresa di Sofia non deve stupire perché per lei scendere in una gara di Coppa del mondo con una mano infortunata è assolutamente “normale”.

Da lei dovremmo invece prendere ispirazione per il presupposto che sta dietro le sue gesta e per quella raggiunta consapevolezza di aver chiaro quale è il suo ruolo, il suo scopo e il suo obiettivo.

Quando c’è lo scopo, c’è quasi tutto quello che dovrebbe esserci… e questa è una lezione che dovremmo apprendere come individui ma anche come organizzazioni, aziende e società.

Lavorare sullo scopo prima che sul metodo e sui processi è fondamentale.. perché come disse il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche “chi ha un perché può sopportare tutti i come”..

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