Una buona domanda da farsi per non fare “quite quitting”

Come reagirà l’azienda a un mio errore?

Quando si sceglie un’azienda,  un buon spunto per capire se sarà adatta a noi è porsi la domanda: come reagirà a un mio errore?

La risposta è generalmente insita nella cultura aziendale per cui diventa fondamentale fare un’indagine per capire come l’azienda e i suoi dirigenti abbiano reagito ai fallimenti in passato.

Si narra che qualche anno fa un dipendente di IBM commise un errore che costò all’azienda 10 milioni di dollari.

Andò dal suo responsabile (Tom Watson, ex dirigente di IBM) e gli chiese se rischiava il licenziamento.

Watson gli rispose: “Licenziarti? Abbiamo appena speso 10 milioni per formarti!”.

Storiella a parte (la fonte è Adam Grant quindi piuttosto attendibile), la lezione è che prima di scegliere un’azienda (o il responsabile che la rappresenta) dovreste chiedervi: in che modo viene trattato un errore?!?

Questo determina non solo la possibilità di licenziarvi (piuttosto remota, almeno qui da noi) ma soprattutto il vostro benessere all’interno dell’organizzazione e la possibilità di esprimere al meglio le vostre potenzialità senza rischi di ritorsione.

Vivere nella costante paura è terribile non solo dal punto di vista personale ma anche da quello professionale: limita enormemente i risultati e vi fa stare in azienda col freno a mano tirato e finire a fare “quite quitting”.

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