Leadership in un futuro che emerge (#38/2022)

di Otto Scharmer e Katrin Kaufer pag. 248 03 Agosto 2022

L’attuale sistema produce risultati che nessuno vuole ma sotto la superficie troviamo ancora strutture che supportano i modelli esistenti di una società ego-sistemica.

Un esempio indicativo sono le grandi aziende, in cui la divisione in strutture dipartimentali sancisce una separazione fra le persone e le loro identità/ruoli professionali, creando silos e divisioni che spingono ad agire nell’interesse di un gruppo ristretto piuttosto che della collettività.

La naturale necessità delle corporation e delle società complesse di organizzarsi in processi, organigrammi e sottostrutture ha portato inevitabilmente a sostenere culture orientate all’individualismo.

Ma qualsiasi struttura è uno schema di relazioni e se vogliamo trasformare il modo in cui definiamo priorità e obiettivi (andando in una direzione di interesse collettivo e sostenibilità), dovremmo capire i meccanismi che stanno dietro al nostro modo di lavorare, di vivere e di stare nella società.

Dovremmo ridefinire la leadership passando da un modello leader-follower (in cui c’è un leader e molti esecutori) ad un modello leader-leader (in cui tutte le persone vengono responsabilizzate e considerate parte attiva del processo che porta al cambiamento e ai risultati).

Appianare la disconnessione fra chi prende decisioni e chi le subisce, andando oltre i meccanismi istituzionali dei “compartimenti stagni” e aprendosi alla condivisione della conoscenza e alla contaminazione dei ruoli è una delle strade maestre per andare in una direzione di ecosostenibilità vera risolvendo “disconnessioni” strutturali quali:

– la disconnessione ecologica (dovuta al disallineamento fra l’imperativo di crescita illimitata e l’evidente limite di un pianeta che già oggi vede consumare 1,5 volte le sue risorse);

– la disconnessione fra reddito e ricchezza (dovuta al fatto che l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede più del 90% di quello più povero);

– la disconnessione finanziaria (ad oggi il mercato finanziario e azionario vale più dell’economia “reale” spostando l’asse delle decisioni verso la speculazione);

– la disconnessione politica (dettata dalla propensione a tamponare i problemi per arrivare alla legislazione successiva anziché affrontarli a livello strutturale con una visione di lungo periodo);

– la disconnessione del consumismo (fenomeno per cui oltre un certo reddito l’aumento dei consumi materiali non produce un miglioramento proporzionale in salute e benessere);

– la disconnessione della governance (dovuta al fatto che in un mondo globale ragioniamo ancora in termini di confini, interessi privati o di stato piuttosto che avere una visione sistemica dei fenomeni);

In tutto questo la leadership ha il ruolo chiave di sbloccare una transazione verso un futuro in cui le decisioni dovranno essere prese “collettivamente per la collettività” anziché “individualmente per l’individuo”… in una delle più grandi sfide del nostro secolo

Leave a Comment