Fatto è meglio che perfetto

Fatto è meglio che perfetto…

Una volta un tizio chiamato Jerry Uelsmann (professore all’università della Florida), divise i suoi studenti di fotografia in due gruppi casuali: uno di “quantità” e uno di “qualità”.

I primi sarebbero stati valutati sulla quantità delle foto scattate a fine corso, gli altri sulla “qualità” delle stesse.

A fine della sessione, sorprendentemente i lavori “qualitativamente” migliori non furono trovati all’interno del gruppo “qualità” ma furono riscontrati negli studenti appartententi al gruppo “quantità”.

Questo perchè, come sanno bene le start up e tutte le aziende che investono nell’innovazione, fare molti tentativi aumenta la possibilità di “fare quello giusto” (la retorica del fallimento inteso come “ripetizione di numerosi tentativi”, trova quindi senso nella statistica).

Quando c’è la competenza di base (senza la quale aumentare i tentativi ha lo stesso effetto che giocare al casinò), sbagliare senza elucubrare troppo, porta ad imparare più in fretta e ad avere più chance di ottenere risultati migliori….

Un concetto che può valere nella fotografia, nella ricerca della propria vocazione o nella furiosa corsa delle aziende verso la competitività…

Una volta un tizio chiamaro Jerry Uelsmann (professore all’università della Florida), divise i suoi studenti di fotografia in due gruppi: uno di “quantità” ed uno “qualità”.

I primi sarebbero stati valutati sulla quantità delle foto scattate a fine giornata, gli altri sulla “qualità”.

A fine della sessione, sorprendentemente i lavori migliori furono riscontrati negli studenti appartententi al gruppo “quantità”.

La morale è che “fatto” è spesso meglio che “perfetto”.. e sbagliando senza elucubrare troppo porta ad imparare più in fretta..

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