Sponsor e mentor..

Dove sono lo sponsor ed il mentor?

Questa è la prima domanda che qualsiasi persona dovrebbe farsi quando varca l’ingresso di una nuova azienda..

Spesso il problema delle carriere mancate non sono le scelte sbagliate o la mancanza di capacità o… ma l’assenza o la carenza di queste due figure di riferimento fondamentali in qualsiasi percorso.

Nella partita a scacchi della carriera, sponsor e mentor sono due pedine chiave che devono alternarsi, sovrapporsi ed essere presenti in tempi e modalità ben precise, in modo che la loro combinazione porti ad aumentare le possibilità di “essere la persona giusta nel momento giusto”.

Incrociare il giusto mentor ed il giusto sponsor (nei “tempi” corretti), è spesso questione di fortuna e di circostanze… ma entrare in un’azienda e darsi da fare per cercarli può contribuire a migliorare il proprio percorso professionale a prescindere dall’età e dai percorsi pregressi.

Lo sponsor ed il mentor: due figure fondamentali

Si sente spesso parlare di sponsor e di mentors ma poco dell’importanza di cercarli nei momenti giusti della nostra carriera.

Un percorso professionale di successo non è mai una corsa singola: è un lavoro di squadra in cui noi siamo a servizio degli altri e gli altri sono al nostro servizio.

Il modo con cui interagiamo con tutte le persone con cui abbiamo a che fare, determina ciò chi siamo e può incidere molto sulla nostra carriera.

Tra gli “stakeholders” con cui lavoriamo (tutti utili per determinare la qualità del nostro percorso ed i nostri risultati), ci sono due personaggi chiave che possono dare una accelerazione importante alla nostra carriera: lo sponsor ed il mentor.

Sono le uniche due persone che riescono a migliorare la legge di Pareto (nel senso che costituiscono molto meno del 20% di quelle risorse che determinano l’80% dei nostri risultati): trovare un buon sponsor ed un buon mentor può essere sufficiente per raggiungere la maggioranza dei nostri obiettivi in ambito aziendale e con relativamente poco sforzo.

Lo sponsor

Lo sponsor è generalmente “quello che ci mette i soldi”… è il “padre ricco” ovvero una figura di riferimento che “investe” su di noi impiegando le proprie risorse (la propria credibilità) per farci fare quei passi in avanti che ritengono meritiamo di fare.

Ovviamente ci sono sponsor e sponsor: da quello che “raccomanda per interesse” a quello che raccomanda perché crede in noi e nelle nostre capacità.

Prendendo a riferimento solo il secondo caso (il primo è per pochi eletti, nessuno dei quali sta leggendo questo articolo perché non ha bisogno di stare su LinkedIn), uno sponsor è una persona “alta in grado”, con la capacità di dare risalto al nostro operato e di valorizzare quello che facciamo in modo che da “invisibile” diventi “visibile” a chi può dare una chance e far fare un salto di carriera.

Lo sponsor è colui che “presenta”: un networker che ci à accesso alle stanze che contano

La credibilità ed il “peso” di uno sponsor è un fattore chiave perché determina quanto in alto e quanto velocemente potremmo prendere “l’ascensore”: più è la sua credibilità e più forti saranno gli effetti della sponsorship.

Un buon sponsor è un capo posizionato bene nella scala gerarchica aziendale, che comunica trasversalmente con l’organizzazione e che ha buone capacità di leadership. Può anche essere un executive molto più in alto di noi nella scala gerarchica ma con cui possiamo venire in contatto nell’ambito di iniziative non necessariamente collegate al “day by day”.

Il mentore

Il mentore è il “guru”: è il padre povero con grandi capacità… quello che come il maestro Miyagi in Karate Kid insegna l’arte della professione nei suoi segreti più reconditi (l’esempio è ad uso e consumo della sola “generazione X” o precedenti).

E’ il “maestro” saggio che insegna… è generalmente (ma non necessariamente) un leader  in grado di trasmettere tutta la propria conoscenza e di metterla a disposizione ed a servizio di chi sa coglierla.

Il mentore non indica la strada ma dà strumenti per orientarsi ed aumentare le proprie conoscenze per elevarle e metterci in grado di fare un salto qualitativo nel nostro lavoro.

E’ il “coach” della situazione: quello che cambia la prospettiva e fa vedere le cose da un altro punto di vista, arricchendo la nostra esperienza e tirando fuori il massimo delle nostre capacità.

Tendenzialmente è più facile trovarlo nel middle management o ben nascosto in stanze recondite difficilmente scovabili (magari all’interno di reparti specialistici dove si possono trovare competenze elevate ma poco “visibili”).

Il mentore ha nella maggior parte dei casi caratteristiche diverse dallo sponsor: ha maggiori conoscenze ma minori capacità di muoversi all’interno delle stanze che contano (cosa che appunto fa di lui un “mentore” e non uno “sponsor”).

Lo sponsor, il mentore ed il “grattacielo”

Se dovessimo immaginare la nostra carriera come la salita di un enorme grattacielo, potremmo dire che uno “sponsor”  è colui che dà l’accesso all’ ascensore mentre il mentore è colui che insegna a salire le scale (a due a due, velocemente e con massima “resa” rispetto agli sforzi profusi).

Il primo è fondamentale per “elevare una carriera” ed accelerarla: fa saltare velocemente alcuni passaggi e dà accesso a piani che difficilmente sarebbero raggiungibili solo con una rampa di scale.

Il secondo è invece colui che insegna a camminare, a salire i gradini, a sopportare la fatica ed a superare gli ostacoli senza inciampare (o insegnando come rimettersi in piedi velocemente per continuare la salita).

Se si vuole arrivare in cima ad un grattacielo servono ascensori e scale (sponsors e mentors): non è possibile usufruire solo dell’uno o solo dell’altro per due motivi:

  1. Ogni grattacielo che si rispetti ha ascensori che arrivano solo fino ad un certo punto (per arrivare ai piani più alti ci sono sempre e comunque delle scale)
  • Salire un grattacielo con le sole scale, oltre ad essere fisicamente sfiancante, renderebbe la salita incredibilmente lunga (e poco “efficace”)

Per “scalare” all’interno di un’organizzazione o salire un edificio molto alto è necessario avere le soft skills dello sponsor e le hard skills di un mentor: bisogna imparare dagli uni e dagli altri, in conformità alle proprie caratteristiche e migliorando dove richiesto.

La salita verso la vetta comporta sacrifici, opportunità e circostanze… cose che possono essere imparate guardando come si comportano sponsors e mentors.

Il timing giusto

Mentor e sponsor devono alternarsi ed entrare in “fase” col nostro percorso professionale.. idealmente coordinandosi per darci il massimo risultato ottenibile non solo da ciascuno ma anche dalla combinazione di entrambi.

Non c’è una regola per le tempistiche per cui più che parlare di “tempo” è necessario parlare di “tempismo”.

In linea generale si può dire che come un grattacielo ha scalini in ingresso e nella parte finale della salita, così si può pensare che prima di trovare qualcuno che dia accesso all’ascensore sia necessario dimostrare di riuscire a salire qualche scalino da soli (cosa che richiede un mentore per muovere i primi passi in azienda).

Conclusione

Salire nella scala gerarchica e farlo velocemente richiede tutte le capacità che un mentore può insegnarci (come “acceleratore di competenze”) e tutte le opportunità che uno sponsor può fornirci (come “acceleratore di possibilità”).

L’importanza ed il significato di queste due figure chiave sono alla base di un ottima carriera: capirlo in anticipo può fare la differenza molto più che guardare una rampa di scale infinita e pensare di poterle affrontare con solo i propri “mezzi”.

Se dovessi dare un consiglio a qualsiasi persona debba approcciarsi al mondo del lavoro (ma anche a chi ha una buona seniority ed ancora fiato per tentare “la scalata”), suggerirei di spendere la maggior parte delle energie nella ricerca di possibili candidati per le due posizioni di “sponsor” e mentor”, privilegiando senz’altro la prima per i neoassunti (più velocemente si impara dai mentori e più sono le probabilità di trovare uno sponsor) e la seconda per persone con una esperienza già con solidata (che hanno più bisogno di uno “sponsor” che metta in risalto quello che si presuppone abbiano già in gran parte acquisito).

Per tutti vale la considerazione che “Lavorare h24 7 giorni su 7” senza un buon sponsor ed un buon mentor può rivelarsi un pessimo investimento ed una grossa perdita di tempo senza risultati efficaci..

Leave a Comment