Rivoluzione idrogeno

di Marco Alverà pag. 144 07 Agosto 2020

Ci sono tecnologie che introducono “solo innovazioni” e tecnologie che invece introducono nuovi modi di pensare, cambiando intere culture e rivoluzionando settori che fino al giorno prima sembravano “inattaccabili”.

Il processo verso un mondo più “equo” non è mai passato dal settore energia perchè petrolio e gas non sono sostenibili e le fonti rinnovabili hanno il difetto di essere molto “locali”.

La democratizzazione dell’energia potrebbe passare dall’idrogeno ed il “come” lo spiega molto bene in questo libro Marco Alverà, (CEO di SNAM)

Un libro molto interessante non solo per chi è appassionato di “impatto zero” ma soprattutto per chi è in grado di pensare al futuro in modo totalmente diverso..

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E’ passato abbastanza in sordina, ma la comunità europea ha recentemente messo l’acceleratore all’economia all’idrogeno per proiettarsi verso la “decarbonizzazione” del pianeta..

L’idrogeno è stato individuato già da diversi anni come l’unica soluzione in grado di garantire questo tipo di risultato attraverso una fonte energetica realmente sostenibile e ad impatto zero (niente CO2, niente batterie/accumuli da smaltire o cose simili).

Purtoppo il relativo basso costo del petrolio e le logiche economiche/geopolitiche hanno finora rallentato lo sviluppo di questa nuova frontiera in tutti i campi di applicazione.

Con l’avvento di sempre più pressanti “necessità ambientali” ed il miglioramento progressivo della tecnologia (che sta abbattendo i costi), la transizione dal carbon fossile all’idrogeno sembra aver superato “l’attrito di primo distacco”.

Nel breve-medio termine più che di una rivoluzione si parlerà di una evoluzione in cui l’idrogeno dovrà convivere con altre fonti di energia e trovare la propria collocazione in tutti i settori.

Non sarà possibile aprire la strada all’idrogeno in tutti i settori ma una delle prime vie percorribili sarà quella del cosiddetto “idrogeno verde” ovvero idrogeno prodotto attraverso un processo di elettrolisi che sfrutta le energie rinnovabili e che ne consente una successiva immissione negli attuali gasdotti (miscelandolo col gas e rendendolo disponibile per l’uso comune).

Questo tipo di possibilità potrà creare spazio per l’inserimento dell’idrogeno nell’economia mondiale, facendo leva su economie di scala ed aprendo nuovi orizzonti verso applicazioni più estese quali l’utilizzo industriale ed il trasporto di massa (i campi che maggiormente impattano sul pianeta).

“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti” (Henry Ford)

Dopo aver superato la fase “industriale”, a 100 anni di distanza dalla “globalizzazione dell’auto”, la democratizzazione dell’economia all’idrogeno potrebbe portare alla realizzazione di microgeneratori domestici per produrre energia da impianti fotovoltaici, geotermia e pale eoliche posizionate nel proprio giardino (o in zone limitrofe).

Vorrebbe dire azzerare le nostre bollette energetiche, eliminare i problemi dell’accumulo e gestire gli eccessi di produzione con degli “hub” per una distribuzione “democratica” dell’energia.

Si potrebbero costituire consorzi privati, realizzare impianti rinnovabili e produrre idrogeno da distribuire secondo necessità, in un’ottica globale e di condivisione.

Superate le prime difficoltà, le possibilità sono potenzialmente infinite ed il futuro visto in quest’ottica decisamente affascinante

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