Quando arrivi a un punto morto nella carriera…

Un punto morto o una caduta professionale non sono indice di fallimento così come non lo è un blocco di carriera…

Una fase di stallo nella vita professionale non significa che da quel momento in poi qualsiasi cosa faremo non porterà a un progresso… o che siamo destinati a strascicarci fino alla pensione (data che peraltro si sta sempre più allontanando).

Un punto morto è probabilmente un segnale che è giunto il momento di cambiare o di fare un passo indietro per intraprendere un altro percorso.

E non c’è niente di male perché quando ci blocchiamo, è perché spesso stiamo andando in una direzione sbagliata o non perfettamente adatta a quelle che sono le nostre caratteristiche.

Indipendentemente dalle ragioni per cui siamo arrivati a uno stallo, per risolverlo è consigliabile:

– retrocedere di qualche passo;
– guardare le cose da un’altra prospettiva;
– valutare le condizioni al contorno;
– fare una mappatura delle proprie competenze e possibilità;
– stabilire una strategia;
– fare un piano di azione e imboccare una strada diversa.

Cambiare il nostro percorso non deve essere visto come una sconfitta, ma come segnale che può portare a nuovi traguardi e nuovi livelli di consapevolezza.

Di questo e di come uscire da una zona apparentemente buia (che attraversano anche le persone con carriere “verticali” apparentemente tutte in “discesa”), ne abbiamo parlato approfonditamente nel corso “piano B” preparato per NeNet (nuove date in autunno). Per info: www.nenetcompany.com

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