A cosa dovrebbero servire davvero le vacanze…


Aspettiamo tutto l’anno questo momento: una o due settimane di completo relax per poi tornare in quello che ci sembra un inferno per altri 365 giorni.

Questo perché nelle vacanze cerchiamo la panacea dei nostri mali: una via di fuga da una quotidianità schiacciante e spesso poco in linea coi nostri valori e con quello che siamo.

La verità è che nella maggior parte dei casi continuiamo a cercare qualcosa che non c’è in un posto che può darci solo un conforto temporaneo e non una “centratura” che riesca a farci stare bene nel corso di tutto l’anno.

Ma la “centratura” (che si porta dietro il benessere, lo stare bene nel qui e ora e anche una bella fetta di “felicità”), non si trova in un luogo fisico.

Non basta prendere la macchina o l’aereo per trovarla.

Non è una questione di posti paradisiaci o di risorse economiche disponibili per raggiungerli.

La centratura è democratica.

È un viaggio lungo e travagliato: un parto a lenta gestazione dove non c’è un punto di arrivo ma una costante ricerca con continui assestamenti lungo la strada.

Ma allora, a cosa servono le vacanze?

Le vacanze dovrebbero essere uno spazio di riflessione: non un momento in cui si cerca di riprendere fiato prima di tornare in apnea, ma un pretesto per ricercare attivamente quella centratura che ha il potenziale di farci stare bene tutto l’anno, a prescindere da quello che facciamo e dal luogo in cui siamo.

Le ferie dovrebbero essere quello stimolo per far pulizia di tutto il resto e avviare un percorso di analisi di quello che siamo e della direzione in cui vogliamo andare: una pausa libera da condizionamenti per concentrarsi su quello che realmente conta per noi a prescindere dal giudizio degli altri o da quella fastidiosa vocina interiore viziata dall’educazione che abbiamo ricevuto, dal giudizio sociale e dal timore di provare ad essere ciò che siamo veramente.

È un lavoro faticoso perché l’unica cosa che vorremmo fare in vacanza è “andare via da” e mettere a riposo la mente… laddove, al contrario, uno spazio di riflessione ci costringerebbe ad attivarla.

Ma come si dice spesso “scelte facili portano sempre a una vita difficile”: e se non prendiamo questa occasione al volo, finirà che saremo ogni anno costretti a vivere una vita che non vogliamo.

50 lunghissime settimane che passeremo impegnati in qualcosa che non ci appartiene: 50 settimane in cui saremo stressati e ansiosi di aspettare “le prossime due settimane di vacanza”.

Le vacanze usiamole per cercate la nostra centratura… e per dare spazio a ciò che conta in un tempo fortunatamente libero da tutto il resto.

Leave a Comment