Quello che ho visto (#35/2023)

Cosa hanno a che fare la ricerca e la valorizzazione degli elementi umani con l’ambizione di perseguire una vita di successo?

Possono valori come l’empatia, la compassione, lo spirito di servizio sedersi allo stesso tavolo di consigli di amministrazione il cui compito è quello di stabilire una strategia di sviluppo aziendale o sostenere un piano di ristrutturazione industriale?

I punti di contatto fra queste sfere sono sempre stati storicamente molto lontani per effetto dell’idea che l’industria dovesse essere una macchina da profitti e il capitalismo qualcosa a servizio di gruppi ristretti di persone.

Eppure qualcosa sta cambiando nel modo in cui interpretiamo la realtà e quello che ci circonda: siamo sempre più propensi a capire l’interdipendenza che regola l’universo da quasi 13,5 miliardi di anni e a contemplare concezioni meno meccanicistiche del nostro lavoro (a favore di società sostenibili che tengano conto del benessere di tutti i propri “stakeholders”).

In forza della necessità di una rivisitazione delle nostre organizzazioni, in questo testo l’autore spinge il lettore a esplorare la sua dimensione spirituale per legarla alle attività quotidiane, facendo un collegamento diretto con la contemporanea rivisitazione dei modelli di business delle aziende e con la crescente ricerca di uno scopo che vada oltre la semplice operatività.

Un testo che segna un passo in avanti verso una leadership sempre meno di facciata e sempre più fondata sulla trasparenza, sul riconoscimento effettivo delle diversità e sull’accettazione piena della vulnerabilità come chiave per una comprensione maggiore del ruolo di ciascuno all’interno della società.

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