Porre attenzione VS avere attenzione

Perché nel lavoro “porre attenzione” dà più risultati che “avere attenzione” ..

Siamo abituati a cercare di catalizzare l’attenzione piuttosto che a porla…

Eppure, in ogni campo, “porre attenzione” fa quasi sempre la differenza.

L’evoluzione dei prodotti/servizi è stata spesso accelerata perché si è posto attenzione a delle “esigenze” (Bezos  prima di “ricevere attenzione” come uomo più ricco del pianeta, ha posto attenzione a come poteva servire al meglio i propri clienti).

La scienza ha fatto passi da gigante perché qualcuno ha posto attenzione a fenomeni invisibili alla maggior parte degli occhi (quando Fleming scoprì la penicillina da una muffa, un medico italiano aveva notato la stessa muffa all’interno di un pozzo ardesiano ed un’altra ricercatrice all’interno di un melone)

Nelle organizzazioni, la differenza la fanno sempre i leader che pongono attenzione alle persone piuttosto che coloro che cercano di avere attenzione.

In un mondo veloce, frenetico ed in continuo cambiamento, saper osservare, leggere fra le righe o cogliere esigenze che sfuggono ad un occhio poco attento rappresenta un vantaggio competitivo.

E molte delle #softskills o delle meta-competenze più discusse (#empatia ed #ascoltoattivo su tutte), sono semplicemente un richiamo al “porre attenzione”.

Leave a Comment