“Voleva sempre migliorare e riusciva a farlo”..
Roy Williams racconta la storia di un giovane giocatore di pallacanestro al North Carolina college (quando Michael detto “Mike” era un ragazzo smilzo in via di sviluppo).
“Quando mi disse di voler diventare il più bravo della squadra gli dissi che doveva impegnarsi più che al liceo”.
Mi rispose che si stava impegnando come gli altri e gli dissi “scusa, pensavo avessi detto che volevi diventare il migliore..”.
Senza muoversi di una virgola lui ribattè: “lavorerò più di chiunque altro”…. e così fece.
Michael Jordan detto “Mike” non era solo un talento: si allenava duro e ad ogni partita raccoglieva informazioni, migliorando costantemente fino ad arrivare a segnare la storia dell’NBA.
Lavorava con dedizione e non gli interessava il jet set: si allenava ed “andava avanti a Seven up”…. ed è così che da “Mike” è diventato Michael Jordan.
Parafrasando un vecchio spot si potrebbe dire “il talento è nulla senza un apprendimento e costanza”..
Anche se ognuno di noi ha un talento nascosto (ed il casino è trovarlo e trovarsi “al posto giusto”), non c’è dubbio che per ottenere qualsiasi risultato si debba passare da apprendimento e duro lavoro .
Non ci sono scorciatoie… anche se sei Michael Jordan..