Cosa possono imparare i leader dagli scienziati…


Gli scienziati lavorano come un’organizzazione aperta: condividono ricerche, articoli e saperi perché il loro scopo è divulgare o costruire qualcosa di più grande di quello che il loro pur alto quoziente intellettivo, gli consentirebbe di fare singolarmente.

Da due anni collaboro con il CNR per la costruzione di uno strumento che è parte della più grande sorgente di neutroni al mondo: un marchingegno che serve a studiare “i materiali del futuro” (e che funziona con un principio più o meno analogo a quello dei raggi X).

I fisici che fanno parte della collaborazione scientifica che realizza questo progetto, provengono da tutta Europa e si riuniscono una volta l’anno a Lund (in Svezia) per discutere il frutto delle loro ricerche.

Non si preoccupano di mantenere la loro “proprietà intellettuale” ma cercano di condividere con i loro colleghi quello che hanno appreso durante l’anno.

Parlando con loro, ho capito che hanno “nativamente” una visione sistemica: sanno che lo scopo ultimo del proprio lavoro è essere a servizio di un progetto più grande.

Un progetto mondiale fatto da scienziati è un esempio di collaborazione a cui ispirarsi: un modello che insegna che quando si costruiscono grandi opere a servizio dell’umanità, nessuno può lavorare come un silos indipendente o perseguire risultati individuali.

… È una grande lezione per qualsiasi organizzazione ambisca ad avere uno scopo superiore a quello di fare profitto e di mettere quattro numeri in croce per soddisfare le logiche di pochi azionisti.

Se le aziende di oggi vogliono rivoluzionare il capitalismo (come dicono di voler fare), promuovere la sostenibilità e rendere il mondo “migliore”, i loro leader devono essere i primi a cambiare il loro mindset… Magari prendendo spunto dagli “scienziati”.

In foto lo stage di “Ikon24”: il meeting di quest’anno nella sede scelta da European Spallation Source ERIC

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