Chi riesce a rimanere calmo ha un vantaggio competitivo enorme…


C’era una volta un tempo in cui potevi battere i pugni sul tavolo dando la sensazione di essere assertivo e la percezione di essere “un ottimo leader”.

A quel tempo, una calma eccessiva veniva scambiata come un segnale di debolezza o scarso decisionismo.

Oggi, in un mondo che non è mai stato così “inutilmente” frenetico, le cose funzionano diversamente: calma e compostezza vengono associate più spesso all’equilibrio e alla capacità di riflettere senza partire in quarta col cervello rettiliano.

Mantenere la calma nel senso pieno del termine, non vuol dire non provare emozioni ma gestirle in modo controllato a prescindere dalla situazione in cui ci si trova (cosa estremamente importante quando un contesto instabile e incerto richiede di prendere in considerazione un sacco di cose prima di agire impulsivamente).

La calma, oltre a essere definitivamente legittimata come “virtù dei forti”, favorisce la sicurezza psicologica e diventa una qualità fondamentale in una società che ha bisogno più di decisioni ponderate che di decisionismo schizofrenico.

Chi mantiene la calma gestisce se stesso… e con se stesso acquisisce la straordinaria capacità di gestire gli altri e le situazioni critiche e imprevedibili che possono presentarsi.

Per approfondimenti: gestire se stessi di Peter Drucker, Quiet di Susan Cain e organizzazioni senza paura di Amy Edmonson.

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