“Presence, not presents” (presenza, non regali)

Conta la presenza, non i regali che facciamo o i premi che diamo: vale per i figli, per i collaboratori e per la stragrande maggioranza delle persone che ci circondano.

Regali o bonus fanno bene solo sul breve termine: sopperiscono temporaneamente ad altre mancanze, ma non creano un legame duraturo.

Presuppongono un rapporto a senso unico: vanno da genitore a figlio e da responsabile a dipendente, rinforzando l’idea di un legame gerarchico e facendo venire meno quel “principio di reciprocità” che è uno dei fattori fondamentali per qualsiasi relazione.

Bonus e regali sono la cosa più facile… ma per educare, supportare e far crescere gli altri è necessario essere presenti.

La presenza è quella del “qui ed ora”, quella che non rimanda a domani e che non fa sentire le persone come oggetti subordinati a qualcos’altro di più “importante”.

La presenza è anche quella che fa sentire le persone sicure: sicure di venire da te quando hanno un dubbio, sicure di trovare un supporto per risolvere un problema e sicure del fatto che hai sempre la porta aperta e che possono contare su qualcuno che non è “distratto”.

A prescindere dal fatto che il mestiere sia quello di manager o di genitore, “essere presenti” (agli altri, oltre che a sé stessi), è l’unico modo per creare un legame solido e per rendere il vostro “lavoro” più facile, divertente e ricco di “senso”.

Approfondimenti per leaders: “Drive” di Daniel Pink e “Organizzazioni senza paura” di Emy Edmonson

P.s.: buon weekend di “presenza”

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