“La pace è redditizia, la guerra è costosa” (anche nelle aziende)

Lo dice Ray Dalio, CEO di Bridgewater Associates (il più grande hedge fund del mondo) in un libro che analizza a fondo come vanno le economie, i flussi finanziari e meccanismi che determinano ricchezze e nuovi ordini mondiali.

Quando le parti cooperano e competono bene, non sprecano risorse per combattere: la produttività e il tenore di vita aumentano perché ci si concentra sui risultati e non sul difendersi dalle presunte minacce di quelli che ci stanno a fianco.

I più grandi periodi di prosperità della storia sono sempre stati caratterizzati da una pace fra le parti e questo concetto, per quanto banale, vale anche quando si parla di organizzazioni e non di nazioni..

Quando i contesti all’interno delle aziende sono conflittuali, tutti perseguono l’individualismo e l’egoismo.

Questo ha costi enormi: le persone in questi ambienti si concentrano sul difendersi, sul prevaricare gli altri e su ottenere posizioni di rilievo anziché collaborare con gli altri in un’ottica costruttiva che faccia evolvere il sistema.

Ma così facendo il “tenore e la qualità della vita” delle persone si abbassano… e con essi anche la loro efficacia.

Il grado di guerriglia interna è un fattore predittivo fondamentale per decretare il successo sia di un paese che di un’impresa… ed è qualcosa da tener ben presente quando si mette piede in un’azienda…

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