Per chi fa il mio lavoro, vivere lontano da Milano o da Roma fa perdere un sacco di opportunità..

Devo declinare la maggior parte degli inviti ad aperitivi, serate glamour, eventi di networking, galà, speech e pranzi o cene con potenziali clienti.

Ma quando arriva il fine settimana mi ricordo come mai non potrei più vivere in città tanto “vive” quanto “rumorose”.

Tutto ha un prezzo e dipende sempre per cosa o per chi sei disposto a “pagarlo”.

Con gli anni capisci che quando le energie diminuiscono e il metro della vita si accorcia, interrogarsi su cosa ha “valore” e cosa no, è un esercizio fondamentale da fare ogni giorno.

Non ci sono scelte giuste o scelte sbagliate in assoluto, ma per me vivere la natura e un silenzio di cui tutti possiamo usufruire gratuitamente, è una panacea al rumore infernale da cui siamo circondati per la maggior parte del tempo.

Perdo un cliente, l’occasione della vita o una carriera straordinaria?
Può essere.

Sarei felice diversamente? Non lo so.

Quello che so per certo è che la FOMO (la “paura di essere tagliati fuori”), mi ha portato in passato a errori enormi, che l’ego è una bestia con cui combattere ogni giorno, e che la pressione sociale ti porta quasi sempre a prendere le decisioni sbagliate.

Gli eventi glamour mi affascinano ancora e fare speech in giro mi lusinga… ma il prezzo di una vita accelerata è spesso molto più alto di un affitto in centro a Milano: è il prezzo di vivere per soddisfare gli altri, di comprarsi una macchina più grossa da far vedere a persone di cui non hai stima per poi tornare a casa, posare le chiavi nel vuota-tasche e accorgerti che le tasche non sono l’unica cosa che hai “vuotato”.

Oggi vivo in un paesino di poche anime immerso nella campagna: lo smartworking mi consente di gestire i ritmi, di aumentare la produttività, di ascoltare le mie esigenze, di soddisfare quelle dei miei “stakeholders” e di adattare lo stile di vita a ciò a cui do più significato in questo preciso istante (senza che questo sia eccessivamente condizionato da fattori esterni).

Nonostante tutto, lotto ogni giorno anche io con la “FOMO” e forse un domani tornerò a vivere in città…ma come disse un celebre personaggio cinematografico: “non è questo il giorno”.

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