Minimalismo digitale (#14/2023)

Minimalismo è l’arte di saper riconoscere lo stretto necessario: fare pulizia della distrazione, essere in grado di riconnettersi con l’ambiente che ci circonda e staccarsi da uno smartphone che sembra avere tutte le risposte a costo di energie che spesso potremmo impiegare più proficuamente.

Il minimalismo digitale contiene in sé lo sforzo di riuscire a distinguere ciò che è utile e produttivo da ciò che rischia di compromettere il benessere e le relazioni sociali: una sottile linea di confine che ognuno di noi è chiamato a stabilire scegliendo quanto tempo passare davanti ai nostri dispositivi elettronici.

Le società della Silicon Valley hanno sfruttato le più avanzate scoperte della psicologia e delle neuroscienze per tenerci incollati ai loro dispositivi, dando vita alla cosiddetta “economia dell’attenzione”.

E’ così che noi siamo diventati il prodotto e gli inserzionisti pubblicitari acquirenti di dati ed elementi utili a vendere i loro prodotti a scapito della cosa più preziosa che abbiamo: il tempo.

Cal Newport (già autore di “deep work” recensito nel 2023), ritiene che il modo migliore per riprendere il controllo delle nostre vite sia il “minimalismo digitale”: come per perdere peso si intraprende una dieta sulle calorie, così per fare un passo indietro e tornare ad essere padroni del proprio tempo è necessaria una dieta che ci faccia riprendere il controllo, rivedendo il nostro rapporto con la tecnologia e mantenendo solo la parte che effettivamente ci “nutre” (eliminando tutto ciò che invece crea rumore, distrazione e ansia da “Fear of Missin Out”).

Il minimalismo digitale è molto più che una serie di regole che servono per dare il giusto peso ai social e al  mondo digitale: è una filosofia che sottolinea l’importanza di coltivare una vita che valga la pena di essere realmente vissuta.

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