Quattro anni fa ho vinto la maratona di New York (e ho cambiato completamente il punto di vista sulle organizzazioni)

I newyorkesi dicono che chiunque partecipi alla più famosa gara podistica del mondo, ha vinto la maratona.. e hanno ragione loro.

Correre insieme ad altri 54.000 partecipanti che per 42 km ti accompagnano in mezzo a una folla di persone che incita, dá acqua e cibo, canta e balla tenendo per mano bambini che ti offrono un pezzo di banana e il “cinque” ogni volta che ne hai bisogno, è un’esperienza “istruttiva”.

Alla NYCM (New York City Marathon), non ci sono disabilità, non ci sono uomini o donne, né colori né razze: ci sono 54.000 esseri umani che corrono tra altrettanti esseri umani che supportano e tifano a prescindere dalla provenienza geografica, dalla etnia e dalle mille etichette a cui dobbiamo rimediare pesando le parole per maneggiare un mondo complesso interpretato da leaders poco lungimiranti.

Se solo vivessimo in un contesto lavorativo del genere, le quote rosa e la “Diversity&Inclusion” non esisterebbero e posso assicurare che tutti “correbbero” felicemente senza sentire la fatica, dando il massimo ogni singolo giorno..

Non c’è competizione con gli altri ma solo con sé stessi: non si sgomita per arrivare prima, ma si dà una mano a qualsiasi sconosciuto con meno energie affinché anche lui raggiunga il traguardo.

Se non sei un corridore e non lo fai per “sport” (o per battere il tuo record dell’anno prima), la “NYCM” ti costringe a cambiare visione, a ridimensionare i problemi, a riconsiderare obiettivi, a elevare lo scopo e a capire meglio come funzionano le relazioni con gli altri.

I newyorkesi dicono che chiunque raggiunga “il nastro di Central Park”, ha vinto la maratona… perché la corsa è un viaggio in cui il traguardo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per vedere la “corsa” e la competizione con occhi diversi.

Quattro anni fa ho “vinto” la maratona di New York e da quel momento non vedo più manager, clienti, colleghi, collaboratori e “stakeholders” nello stesso modo: perché quando capisci che lo scopo non è quello di sgomitare per raccattare le briciole ma quello di raggiungere un obiettivo tutti insieme, lo scenario e il modo con cui fai le cose, cambia completamente.

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