Una regola per costruire grandi team è cominciare a vedere gli altri come opportunità e non come minaccia.

Quando si vedono i punti di forza degli altri come punti di complementarietà ai propri punti di debolezza (anziché come pericoli), non cambiano le nostre competenze ma cambia completamente il modo con cui lavoriamo.

Non ci si concentra più sull’individualismo e sulla necessità di migliorare a tutti i costi i propri punti deboli guardando gli altri come “competitor” (cosa su cui il management del secolo scorso ha spinto molto), ma si acquisisce una comprensione maggiore dell’incastro fra le diverse competenze che ci sono in un gruppo, cominciando a collaborare e a pensare come un’entità unica.

Passare da una mentalità individuale ad una di team è molto difficile per chi è sempre stato abituato a vivere l’ambiente di lavoro come una competizione singola… ma è un passaggio fondamentale per aumentare non solo i risultati operativi ma anche quelli personali.

Quando si sposta il focus dalla propria persona al gruppo a cui apparteniamo, riusciamo ad essere più indulgenti nei confronti di noi stessi, ci stressiamo meno, impariamo a delegare sfruttando i punti di forza degli altri e mettiamo più volentieri le nostre competenze a loro disposizione (innescando un circolo virtuoso).

E’ un salto mentale quantico per le generazioni come la mia (X e precedenti), ma non ci sono altri modi per aumentare la produttività in azienda, migliorare il clima e vivere in modo più funzionale il lavoro.

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