3 motivi per cui la maggior parte dei fuoriclasse abbandonano le aziende..
I fuoriclasse sono persone dotate di capacità e competenze che hanno la spinta per non accontentarsi.
Non si accontentano delle spiegazioni posticce su quello che dovrebbero fare e su come dovrebbero farlo (dato un obiettivo vogliono poter trovare e sperimentare la strada a modo loro);
Non si accontentano di allinearsi allo status quo o di accettare il dogma “abbiamo sempre fatto così” (se questo “dogma” porta a a fare le cose nel doppio del tempo);
Non si accontentano dell’inerzia dei processi decisionali e del fatto che un’idea brillante debba “spengersi” nel lungo processo di approvazione di una catena decisionale infinita (anziché spengersi perché messa “alla prova dai fatti”).
Adesso i fuoriclasse non si accontentano più neanche di dover lavorare un fisso di 8 ore al giorno (vogliono poterne lavorare 2 o 16 a seconda di quello che gli dicono talento e competenze in base a obiettivi che conoscono bene e che non hanno bisogno di essere “imposti” o “indicati dall’alto”).
Per questo le aziende migliori aprono allo smartworking, responsabilizzano le proprie risorse lasciandole libere di sperimentare, fallire e riprovare… facendo in modo che il proprio organigramma sia aperto e scalabile da chiunque abbia “una buona idea” da mettere alla prova…
Fanno questo non perchè “virtuose” ma perchè così facendo garantiscono alle idee migliori di emergere… facendo in modo che i talenti che hanno a disposizione vengano fuori senza perdersi nei labirinti organizzativi e senza sbattere in muri impenetrabili di inefficienza.
Puntare a diventare un’azienda con queste caratteristiche non è più una chimera ma una necessità… perché superata l’inerzia, talenti o fuoriclasse prima o poi si licenziano: è solo questione di tempo…