Come sono collegate paura ed efficienza

La ricerca neuroscientifica (ma anche il nostro intuito), suggerisce che la paura consuma le risorse fisiologiche e mentali, sottraendo energie che servono per generare risultati.

E’ per questo che chi è spaventato fatica a lavorare bene.

Neuroscienze ed intuito a parte, c’è un progetto di Google chiamato “Aristotele” che ha studiato i cinque fattori di maggiore produttività all’interno dei gruppi di lavoro.

In Google non riuscivano a capire perché, con un sacco di team sparsi ovunque nel mondo, ce ne fossero alcuni che erano migliori di altri.

Inizialmente si cercò di capire se ci fossero differenze culturali o altre caratteristiche riconducibili al nostro modo standard di etichettare le persone ma dopo diverse investigazioni, i capi progetto di Aristotele capirono che le prestazioni non erano legate nè al mix di competenze, nè all’età, nè al genere, nè alla “geografia”.

Scoprirono che il fattore più determinante per generare i risultati è la sicurezza psicologica: più c’è sicurezza psicologica e più le persone escono dal proprio guscio, sono aperte, disponibili a dare un maggior contributo ed assumersi più responsabilità uscendo dai confini delle proprie mansioni e spendendosi personalmente oltre che professionalmente.

La “sicurezza” all’interno di un team di lavoro è il pre-requisito per rendere i sistemi flessibili, più resilienti e maggiormente adatti a competere in un mondo incerto, in cui quello che vale oggi può non valere domani ed in cui c’è bisogno di poter “contare” su tutti.

Si tratta di una “rivelazione di lampante ovvietà”… che però porta ad una potenziale rivoluzione all’interno delle aziende che vogliono diventare grandi.

Ref 12/55/2021

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