Le cinque intelligenze del futuro…

Una volta c’era un solo tipo di intelligenza e la misuravi con il “quoziente intellettivo”…

Adesso cominciamo a capire che un’intelligenza non basta e che noi stessi siamo un mix unico di caratteristiche che intrecciano in maniera imprevedibile diversi tipi di “intelligenza” (che formano il nostro “talento”).

Fra le molteplici intelligenze ce ne sono cinque che sono destinate ad emergere nel prossimo futuro e su cui “porre attenzione”.

Qualcuno le ha definite “le cinque intelligenze del futuro” e sinteticamente sono:

  1. l’intelligenza disciplinare: ha a che fare con la formazione ed è la padronanza di una competenza ed il suo continuo perfezionamento;
  2. l’intelligenza sintetica: riguarda l’abilità di filtrare l’enorme mole di informazioni a cui siamo quotidianamente sottoposti, individuando quelle utili con senso obiettivo e sintetizzandole in modo che siano comprensibili per tutti;
  3. Intelligenza creativa: la capacità di proporre nuove idee, trovare risposte insolite e modi di pensare fuori dagli schemi;
  4. Intelligenza rispettosa: consente di accogliere la diversità, rispettando le individualità ed i contributi singoli per sfruttarne appieno il potenziale;
  5. Intelligenza etica: “fare la cosa giusta” in rapporto al contesto ed alle circostanze.. a favore della collettività ed oltre il proprio interesse personale.

Queste sono solo cinque “intelligenze” catalogate nel tentativo di allargare una prospettiva che si fa sempre più stretta quando l’uomo comprende quello che veramente è e quello che vuole diventare al di là degli schemi che impongono “un solo tipo di intelligenza” (prima “intellettiva”, ora “emotiva” etc.)

La cosa interessante, al di là delle classificazioni è che gradualmente la società sta ampliando la “comprensione dell’individuo”, allontanandosi lentamente dall’ossessione della catalogazione e della misura.

Attraverseremo ancora fasi in cui sarà forte la tendenza a “misurare”…. fasi transitorie in cui magari invece di misurare il “QI”, cominceremo a misurare il “QE” (che oggi va tanto di moda)

Ma il futuro non è lì… il futuro sarà presente quando non ci sarà più nè la voglia nè la necessità di impiegare tempo a “misurare”.. ma ci concentreremo sullo sperimentare i mix di intelligenze che sono più funzionali ad un lavoro (o ad un obiettivo).

Sarà un futuro in cui si sostituiranno job title e CV e si riuscirà a guardare una persona a “360 gradi”: col suo mix unico di molteplici intelligenze.

Sarà un futuro in cui, sviluppando le nostre “intelligenze”, riusciremo a vedere meglio chi abbiamo di fronte e capiremo con lui come quanto il suo “mix” potrà soddisfare quello che cerchiamo.

Questa “evoluzione”, avrà forti implicazioni anche sui media ed in generale su come verrà plasmato il mondo attraverso l’informazione: non parleremo più di chi è “più” o “meno” rispetto a canoni fissi ed aleatori… e sperabilmente non vedremo più le prime pagine delle testate di business riportare compulsivamente la gara fra il Jeff Bezos e l’Elon Musk di turno su chi sarà “l’uomo più ricco del mondo…” (cosa che non credo interessi a loro e che dovrebbe non interessare a chiunque altro).

Sarà un futuro che forse non avremo la fortuna di vedere… ma che sarà molto migliore di un presente con l’ossessione della misura dei QI, QE e di “Q la qualunque”.

tratto da un post di Andrea Laudadio (tratto da Howard Gardner, psicologo e docente all’Università di Harvard, nel suo libro “5 chiavi per il futuro)

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