In un team, ascoltare non è sufficiente..

In un sessione di team coaching dovevamo risolvere un problema complesso.

Tutti i membri del gruppo sono intervenuti a turno, prima per provare a definire le condizioni al contorno del problema, e poi per dare la propria prospettiva.

Tutti hanno ascoltato e la discussione è stata una “danza” in cui ognuno ha dato il suo contributo riuscendo a risolvere la questione nei tempi previsti.

Sembrava anche che il processo per arrivare alla soluzione fosse stato seguito correttamente… ma quando abbiamo avuto il feedback di un osservatore esterno, è emerso che sulle 98 interazioni che avevamo avuto, 35 provenivano da un unico membro.

Anche se fra le interazioni erano incluse domande e chiarimenti che i membri si davano mutuamente per definire propriamente i confini del tavolo di lavoro, era evidente che c’era qualcuno che aveva parlato troppo rispetto agli altri…

Quel qualcuno ero io.. in prima posizione con 35 interazioni… (il secondo ne aveva appena 10).

Su 5 membri, avevo interagito ascoltando tutti ma parlando troppo (dati alla mano ero intervenuto 3 volte e mezzo il secondo più chiacchierone e 7 volte il più taciturno).

Ascoltare tanto non è sufficiente se poi si parla troppo… o se c’è uno sbilanciamento così forte rispetto al resto dei membri che partecipano ad un confronto sulla risoluzione di un problema.

Chiunque lavori all’interno di un gruppo ha il compito non solo di ascoltare, ma anche di verificare che l’interazione con il gruppo sia più omogenea possibile (cosa che in base all’esperienza rappresenta uno dei due fattori chiave per garantire un risultato ottimale).

Possono esserci normalmente più o meno interazioni in base alle caratteristiche dei singoli… ma se c’è una sproporzione eccessiva, è necessario prenderne atto ed adottare contromisure efficaci (non tanto per sè, quanto per il “risultato” finale che si vuole ottenere).

Le dinamiche che si sviluppano quando più persone lavorano insieme, aggiungono una complessità che suggerisce la necessitàdi un supervisore esterno (o di un membro di fiducia che dia feedback sulle interazioni) e della consapevolezza che se si vogliono ulteriormente aumentare le prestazioni in un mondo complesso… “anche ascoltare non è sufficiente”.

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