Il non senso di una malsana competizione..

Che si parli di lavoro o di una partita di basket amatoriale, le cose non cambiano: l’eccessiva competizione non incide positivamente sui risultati, porta minore divertimento e spinge alla perdita del senso di quello che facciamo.

Qualche settimana fa sono andato a vedere mio fratello (che ha l’età di mio figlio) giocare la sua prima partita di basket.

Trovo che nelle partite dei bambini ci siano dinamiche simili a quelle degli ambienti di lavoro.

Siete mai stati ad una partita di bambini? Orde di genitori esultano solo per la squadra del proprio figlio, divertendosi solo in caso di risultato positivo.

Un genitore medio(cre), tende a prendersela con la squadra avversaria e soffre incredibilmente se questa gioca meglio della propria (cosa che capita spesso anche alle “prime in classifica”).

Quindi anche ammesso che il proprio figlio giochi come titolare fisso, che la propria squadra superi costantemente gli avversari e che riesca ad accaparrarsi un risultato positivo con un possesso palla schiacciante (cosa che è abbastanza improbabile che avvenga con costanza lungo tutto un campionato), le probabilità di divertirsi se si pensa di “dover vincere” sono comunque ridotte…

Diverso è se invece di pensare alla vittoria ci si gode la partita: il basket come qualsiasi altro sport è bellissimo e se si assiste ad una partita slegandosi dal risultato, lo scenario cambia completamente: se ci si concentra sulla bellezza del gioco, si è sicuri di divertirsi per tutta la durata del match.

Si vedono milioni di persone uscire dagli stadi per competizioni amatoriali in cui non si vince niente ed in cui si genera spesso solo un gran giramento di scatole.

Guardare gli avversari, studiare le loro tattiche di gioco, allargare la prospettiva e vedere quello che si fa da un’angolazione più ampia, renderebbe ogni partita infinitamente più stimolante e divertente.

Al lavoro succede più o meno la stessa cosa: centinaia di dipendenti litigano per accaparrarsi poco più di una banana… bagarre incredibili per rincorrere un posto su dieci… posto che se va bene, a fine carriera frà guadagnare forse il 20-30% in più (al lordo dei costi per baby sitter, lavanderia, trasporti, medicine anti-stress ed altri costi sommersi).

Il lavoro dovrebbe essere come una partita: un luogo in cui si va per creare qualcosa insieme ad altri.. in un ambiente che favorisce gli scambi ed in cui si cerca di impiegare al meglio il proprio tempo sia qualitativamente che quantitativamente: dovrebbe essere un ambiente in cui si cerca di ottenere il proprio risultato cercando di divertirsi, di impiegare bene il proprio tempo e di imparare da chi fa meglio di noi.

Ed invece no… si perdono energie per cercare di primeggiare, per accaparrarsi le simpatie di un capo che dura meno di un gatto in tangenziale e per rincorrere premi che nella maggior parte dei casi hanno il valore di una macchinetta del caffè… (o poco più).

La prossima volta che andate a vedere vostro figlio, cercare di divertirvi a vedere qualcosa che dovrebbe valere l’utilizzo del vostro tempo… cercate di essere lì e di divertirvi a vedere due squadre che giocano insieme, concentrandovi sul gioco e sul suo scopo principale..

e quando tornate a lavorare cercate di guardare a quello che fate con una prospettiva diversa: non servirà a renderlo l’attività più bella del mondo… ma tornerà utile per imparare qualcosa e vivere quel tempo “necessario”, al meglio delle viostre possibilità.. migliorando la vita a voi e ad i colleghi che vi stanno accanto.

Leave a Comment