I tre errori più comuni di un manager (e tre soluzioni)

Le bucce di banana su cui scivolano i neo-manager..

Troppo spesso una persona arriva a gestire un gruppo perchè ritenuto competente nel suo settore…

Il problema è che gestire persone non è come “essere molto bravo” in una specializzazione di natura tecnica.

Per questo motivo, non ricevendo una formazione adeguata e non avendo esperienza, chi diventa “neo-manager” commette diversi errori… perdendo credibilità agli occhi del team che guida.

Generalmente gli step con cui questa débâcle avviene sono tre e passano da:

– sovraccaricarsi di lavoro per cercare di dimostrare di essersi meritati la qualifica di “manager” e fare bella figura con i nuovi collaboratori: questo porta a non delegare o delegare solo in parte compiti che non possono essere svolti da una persona sola;

– ignorare i segnali di fumo: quando si commette l’errore precedente, i collaboratori provano a comunicare con il manager, cercando di indirizzarlo. Il manager si sente frustrato e sottostimato ed ignora i segnali (ritenendo che fare un passo indietro sia un segno di debolezza che potrebbe minare la sua “leadership”);

– chiudere la comunicazione: quando si ignorano i segnali di fumo, anche i collaboratori smettono di parlare con lui e cominciano a parlare fra loro: il manager si sente sotto assedio e chiude la comunicazione. Game over

Per evitare questa “spirale” negativa, un aitante “neo-manager” ha tre soluzioni:

– concedere agli altri di fargli cambiare idea, considerando che “sono in maggioranza”, hanno più network e conseguentemente “più informazioni” per gestire un problema;

– potenziare le proprie debolezze costruendo un team variegato, evitando come la peste quelle persone che “sono sempre d’accordo” e aprendosi a pareri diversi;

– delegare anche a costo di perdere un po’ di “controllo”: costruendo un rapporto di fiducia e sgravandosi di quei lavori che non lasciano libera la mente (e che impediscono di concentrandosi sui lavori veramente importanti e sulla cura delle relazioni all’interno della squadra).

E’ controintuitivo, ma un neo-manager deve smettere di “lavorare” e di fare tutte quelle cose in cui era bravissimo fino al giorno prima… acquisendo competenze di tutt’altro tipo, senza pretese eccessive né nei confronti di se stesso né nei confronti delle persone che deve “guidare”.

Leave a Comment