Il vero vantaggio dell’era dell’informazione o del “knowledge work” è la trasparenza..

La trasparenza è di due tipi:

– quella che riguarda le informazioni;
– quella che riguarda il comportamento che le persone decidono di tenere a lavoro.

La trasparenza delle informazioni si traduce nel raggiungere molto più velocemente i risultati attesi (innescando i processi di innovazione ed allargando la conoscenza).

Quella delle persone serve invece a generare fiducia, ispirazione e cambiamento all’interno di un gruppo.

Dov Seidman, autore che si occupa di temi aziendali, diceva che la cultura di un’azienda guida i comportamenti delle persone… e che il comportamento delle persone (ovvero “come” fanno le cose), definisce un’azienda in modo più significativo di quanto facciano le linee di prodotto o la quota di mercato.

Lo stesso Seidman diceva che la trasparenza attiva (ovvero quando le persone si aprono a nuove idee, condividono la verità, coinvolgono gli altri e si mostrano vulnerabili), è la forza culturale più potente a disposizione.

Tanto più ci si immerge nella sostanza del “knowledge work”, tanto meno ha senso tenere le proprie informazioni dentro un cassetto… perchè tanto più le informazioni sono disponibili in un ambiente aperto e condiviso e tanto più le persone che ci lavorano producono risultati.

Alcune aziende (come Nike), nel rispetto della proprietà intellettuale, hanno esteso questo concetto anche esternamente…condividendo alcune delle proprie ricerche sui materiali con aziende più piccole operanti in settori in cui non erano in concorrenza (favorendo un flusso di informazioni che è tornato indirettamente sotto forma di immagine, branding e nuove collaborazioni).

In un’era in cui le informazioni (tecniche e meno tecniche) sono un segreto di Pulcinella, è opportuno capire cosa è strettamente fondamentale tenere nel cassetto… per poi essere super-trasparenti su tutto il resto (sia che si parli di informazioni che di comportamenti).

Come fa Netflix, che ha reso pubblico il “culture deck”… e come fanno i migliori leader.. che considerano i “cassetti”, delle “zavorre” piene di peso inutile.

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