“Noi i giovani non li usiamo”… (e non li mettiamo nei posti giusti).

I giovani dovrebbero sedere nei consigli di amministrazione e ogni tanto dovremmo domandargli cosa ne pensano..

Ed invece, come dice Umberto Galimberti “Gli facciamo fare le fotocopie, i lavori Co.co.co, a progetto, in affitto…”

Li teniamo lontani da un mondo che a breve sarà il loro…. invece di invitarli al tavolo e spiegargli come il business è stato strutturato finora (e perché sistemi che ora sembrano così obsoleti, una volta funzionavano bene.. ).

Dovremmo spiegargli la storia del management, ascoltarli, coinvolgerli, chiedergli come vedono il futuro e su che basi vorrebbero costruirlo: capire con loro come fare a modernizzare le aziende, renderle più contemporanee ed “evolvere” processi e prodotti in modo che siano adatti al loro mondo.

C’è un detto che dice: “Se vuoi tagliare i capelli ad un uomo, è meglio che quell’uomo sia dentro la stanza..”.

Chi ha il potere oggi, non può avere un’idea chiara di come sarà il mondo domani (perché il “domani” è fatto da generazioni diverse che compreranno prodotti diversi.. influenzando i mercati e decidendo più di quanto si possa decidere in qualsiasi consiglio di amministrazione).

Chi ha potere oggi vede solo l’immediato… chi non lo ha, ha un’idea qualitativamente migliore di come configurare il futuro.

Non c’è futuro senza giovani e non c’è futuro senza le conoscenze dei vecchi che “non mollano”.

Ostinarsi a non capire che la contaminazione porta i risultati ad un livello superiore, è come perseguire la logica dei “silos” in azienda: uffici o funzioni che non si parlano e che producono, inevitabilmente, risultati mediocri…

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