“Assumi per cultura, educa per le competenze”

“Assumi per cultura ed educa per le competenze”..

E’ un famoso motto di “Spotify”, azienda leader nel settore dello streaming musicale..

Se è vero che le competenze si possono imparare, un po’ più difficile è modificare quello che si è (ovvero la propria “cultura”).

Il curriculum spesso conta meno della personalità… motivo per cui si dovrebbe assumere un candidato prima per le sue attitudini (per poi concentrarsi, solo successivamente, su talenti, qualifiche ed abilità).

A tal proposito è simpatico un aneddoto del fondatore di Atari Nolan Bushnell che faceva recruiting per le sue aziende anche al ristorante o al supermercato: cercando persone tecnicamente preparate ma anche piene di passione per quello che facevano e con un’attenzione particolare per il servizio e la clientela.

Diceva: ” se vi aspettate di vedere solo una cameriera, vedrete solo quello… se invece in ogni persona cercate le potenzialità, vi si spalancheranno un mondo di possibilità”.

Bushnell dava poca importanza alle esperienze ed alla forma concentrandosi su attitudine e sostanza..

..e non doveva avere tutti i torti visto che, grazie a questo modo di vedere le cose, negli anni ’70 assunse un maleodorante e malvestito diciottenne che qualche anno dopo fece nascere “Apple”..

POST- POST

Questo vale anche quando un candidato cerca un’azienda per il quale il detto potrebbe trasformarsi in “cerca un’azienda per la sua cultura e non per le sue competenze”: quando si cerca un’azienda, prima del suo “blasone” (o delle competenze per cui è conosciuta), sarebbe sempre opportuno verificarne la missione e la cultura che sta dietro il modo di fare business.

Il curriculum di un candidato o il blasone di un’azienda sono sempre e solo un biglietto da visita… poi c’è la sostanza (che spesso è un’altra cosa).

bibliografia: #44/2021

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