“Prima cerca di capire… poi di farti capire”

Sebbene sia un’ovvietà, “cercare di capire” prima di “farsi capire” non riesce a molti…

Questo perché in un mondo che soffre di scarsità di “tempo”, tutti sono generalmente impegnati a riempirlo con le proprie opinioni (pensando, erroneamente, che questa sia la vera “assertività”).

Ma il processo di scambio efficace con un’altra persona può essere assimilabile alla semina: se non si scava e non si prepara il terreno prima, il seme non attecchisce (provare per credere..).

Cercare di capire vuol dire ascoltare l’opinione altrui per poi direzionare correttamente la nostra.

Passando dal campo agricolo a quello sportivo, anche il raggiungimento di un punto, un goal o un risultato sono sempre frutto di azioni preparatorie: non si segna scendendo in campo e tirando un calcio al pallone… ma preparando uno schema, interpretando le mosse dell’avversario ed agendo di conseguenza.

Non essendo avversari, con i nostri interlocutori il lavoro dovrebbe essere più semplice perché per una buona attività “preparatoria” è sufficiente:

–         raccogliere informazioni facendo domande

–         imparare ad utilizzare il silenzio (che aiuta a riflettere e dà la sensazione di avere rispetto dell’altro)

–         rielaborare gli input ricevuti in maniera funzionale al raggiungimento dell’obiettivo (sia questo intraprendere un’azione, condividere una decisione o settare un target operativo).

“Le persone più efficaci si prendono il tempo per riflettere su ciò che sta accadendo e per identificare la risposta più appropriata” (la frase in questo caso è di Bryan Tracy).

D’altronde non è un segreto che la maggior parte degli errori “umani” siano causati dal fatto di non aver riflettuto bene prima di agire (o di non aver interpretato bene, per mancanza di “ascolto”, situazioni o circostanze).

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