In una parola sola: adattabilità..

Il World economic forum ha recentemente stilato una classifica delle 10 nuove competenze da acquisire entro il 2025…

Ma più che concentrarsi sul tempo necessario per il “re-skilling” è interessante capire quale sia il filo conduttore per queste “nuove skills”…

Una nuova competenza si rende necessaria essenzialmente perché cambia il contesto in cui si opera..

Il re-skilling avviene pertanto quando c’è un profondo cambiamento nell’assetto socio-economico globale, che porta all’obsolescenza delle vecchie skills ed alla necessità di acquisire nuove capacità in una sorta di “evoluzione della specie”.

Ma da cosa è caratterizzato il “new normal”?

.. e perché le 10 skills identificate dal World Economic forum come “competenze chiave” del prossimo futuro sono davvero così importanti?

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L’adattabilità è ciò che risponde alle necessità indotte dal “new normal” (un concetto “new” che a dire il vero non è molto “nuovo”).

Sebbene ci sia stata un’indubbia accelerazione nei processi di cambiamento, la variazione che contraddistingue i nostri tempi, ha origini fin dalla fine del secolo scorso (con l’avvento di internet, dei “PC in ogni casa” e della globalizzazione).

Già a quei tempi si scorgevano le potenzialità di una digitalizzazione che avrebbe sempre più preso campo, fino ad arrivare a mettere in discussione l’esistenza di qualsiasi tipo di negozio fisico (giusto per citare uno a caso degli effetti meno originali del “new normal”).

Con l’evoluzione esponenziale della tecnologia e con un ciclo dei prodotti sempre più breve, sono aumentate sia in quantità che in qualità le esigenze del consumatore medio (mentre riuscite a ricordare ancora lo StarTac di Motorola, probabilmente vi siete già dimenticati delle funzionalità del penultimo Iphone…).

Da un mondo di certezze siamo passati nemmeno troppo gradualmente ad un mondo pieno di incertezze, in cui volatilità e complessità si sono affermati come nuove costanti del “new normal”.

I bot, l’intelligenza artificiale, i big data e l’apprendimento automatico dei nostri dispositivi elettronici hanno fatto tutto il resto…

Siamo quindi passati da un mondo relativamente stabile (in cui le variabili erano limitate ed i problemi per quanto complessi potevano essere risolti con ingegno e perseveranza), ad un mondo completamente instabile (in cui l’imprevedibilità ci ha fatto passare dal “complicato” al “complesso”, richiedendo soluzioni “creative” ed un nuovo modo di pensare).

Un passaggio, quello da “complicato” a “complesso” particolarmente significativo per spiegare lo scenario globale.

Un “problema complicato” è infatti un problema che può essere risolto, pur con qualche difficoltà, mediante l’applicazione di scenari e regole conosciute.

Un problema complesso, che presenta variabili ignote mai incontrate prima, richiede viceversa uno sforzo difficilmente inquadrabile in contesti già vissuti.

In un ambiente complicato è sufficiente basarsi sull’esperienza e buttare giù qualche “piano di emergenza” che copra quella gamma limitata di scenari e possibilità che caratterizza gli ambienti “deterministici”.

In un ambiente complesso ci sono invece eventi non previsti: “cigni neri” che possono sconvolgere mondi interi e tutte le certezze acquisite nelle epoche precedenti (proprio come è avvenuto con la pandemia).

Le soft skills dell’Economic forum ci preparano ad un mondo complesso… in cui gli sconvolgimenti negli scenari economici e professionali saranno all’ordine del giorno ed in cui si renderanno necessarie pertanto competenze completamente diverse.

Questo spiega come mai si tenta di passare dal determinismo alla creatività, dalla autorità all’empatia e così via..

In un mondo digitale ed interconnesso dove i piani possono cambiare ogni giorno, è necessario sviluppare capacità in grado non di prevedere ma di “gestire”..

… e per “gestire” l’imprevisto, l’inaspettato e l’inevitabile bisogna abbandonare ogni mania di controllo ed armarsi di “adattabilità”: una caratteristica che costituisce il pre-requisito alla base dell’acquisizione delle “nuove skills”.

Le nuove skills e l’adattabilità dominano pertanto le linee guida del lavoro del futuro… e della leadership che dovrà adattarsi di conseguenza.

E’ un cambio rivoluzionario, prima nella cultura personale e poi in tutto il resto… e proprio perché deve avvenire “dall’interno”, ciò lo rende ancora più “complesso”.

Ma come si può passare da pensiero rigido ad adattabilità?

Il primo passo è acquisire consapevolezza… di se stessi e dell’ambiente che ci circonda… consapevolezza della mutabilità delle cose e dall’accettazione di quello che può sfuggire al nostro controllo (quasi tutto… da ora in poi..)

Imparare ad avere fiducia negli altri… che diventeranno una componente sempre più importante per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

Aprirsi e condividere le informazioni.. al fine di mettere a disposizione le proprie e poter recepire quelle degli altri.

Un uomo ha una sola idea… dieci uomini hanno dieci idee: un concetto semplice che si può afferrare solo dopo aver compreso appieno gli step appena descritti..

Ciò comporta il passaggio da gerarchia a squadra…. nella professione, in famiglia ed in qualsiasi settore chiave della nostra vita.

I rapporti strettamente gerarchici ed un processo decisionale affidato ad una sola persona non hanno più alcun senso: generano inutile entropia e perdite di tempo non più sostenibili in un mondo che cambia velocemente ed in cui il tempo di processamento delle informazioni può inficiare direttamente sul risultato..

Acquisisce senso invece la cooperazione e l’interconnessione… che devono sostituire l’ordine gerarchico per dare spazio ad Individui indipendenti, affiatati che hanno bisogno di gradi di libertà e di una notevole sinergia nello scambio di informazioni.

Persino il rapporto con i nostri competitor diventerà diverso ed all’insegna della “versatilità” (generando sinergie che sostituiranno l’accanita difesa delle mutue “proprietà intellettuali”).

Una decentralizzazione del potere decisionale che porterà a dover essere più “adattabili”, cambiando ruolo a seconda delle necessità ed operando come ingranaggi che si spostano velocemente per dare vita a meccanismi sempre nuovi… in grado di creare macchine (e soluzioni) sempre diverse.

Saremo ingranaggi adattabili… pur sempre ingranaggi, ma con un livello di “complessità in più”: diventeremo sempre meno specialisti e sempre più generalisti… acquisendo competenze trasversali grazie  ad un accesso maggiore e più veloce all’informazione.

Ricopriremo ruoli e mansioni differenti a seconda delle mutate esigenze di una società che ci vorrà “adattabili” .. non nella vecchia accezione di “accondiscendenza” ma in un’accezione di flessibilità che farà di noi dei professionisti in grado di rispondere a molteplici  necessità..

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