Le tredici virtù di ogni professionista (o “i 13 comandamenti del manager”)

Ci sono virtù che ogni professionista dovrebbe avere…

Poi ci sono virtù che ogni persona dovrebbe avere…

Poi ci sono professionisti e persone… e virtù che le accomunano indipendentemente dallo spazio e dal contesto in cui si trovano.

Qui di seguito le “top 13” stilate non dall’Hardvard Businness School né dal super top manager del momento…. ma da qualcuno che è stato definito uno dei padri fondatori di una delle nazioni più ricche del pianeta.

Sono 13 precetti validi universalmente: virtù molto simili a quelle che avrebbe stilato un padre di famiglia e proprio per questo applicabili (con qualche correzione) al manager moderno

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Una rivisitazione dei 13 principi di Benjamin Franklin applicati al management (per team leader, manager, CEO o aspiranti tali)

  1. “Temperanza: non mangiare fino alla fiacchezza, non bere fino all’ ubriachezza”

In altre parole “sobrietà”… si dice che chi controlla l’istinto della fame e della sete riesca a controllare tutto; è un principio estremamente importante non solo in relazione alla propria salute: il concetto è che chi non cura la propria alimentazione ed il proprio fisico (che dovrebbe essere una delle prime priorità dell’individuo), non può prendersi cura di un’azienda e dei suoi dipendenti.

CALL TO ACTION: imparare prima di tutto ad avere cura del proprio “contenitore”: avere una corretta alimentazione e fare esercizio fisico può sembrare una cosa che non ha niente a che fare con gli “affari”… ma è una forma di autodisciplina che si trasmette e che serve da esempio agli altri..

  • “Silenzio:  non dire se non quello che è di beneficio agli altri o a te stesso. evita conversazioni senza importanza”

Essere moderati e parchi di parole è indice di saper riflettere e ponderare bene la situazione: qualità fondamentali per prendere decisioni migliori e per ottimizzare il tempo a disposizione.

Le parole dovrebbero essere profuse solo per lo scopo necessario al raggiungimento dell’obiettivo e mai per tenere conversazioni inutili su cose e fatti che non hanno rilevanza per il business o che non creano valore aggiunto (come spesso accade nelle riunioni di lavoro)

CALL TO ACTION: applicare il silenzio nel senso “manageriale del termine” vuol dire soprattutto imparare ad ascoltare: non solo usando le orecchie ma attraverso tutti i sensi a disposizione;  coltivare il silenzio ed usare scientemente le pause all’interno di un discorso aiuta a spostare l’attenzione da se stessi agli altri: serve per sintonizzarsi maggiormente con l’interlocutore e con le persone con cui abbiamo a che fare (che in definitiva sono i maggiori responsabili del risultato operativo nostro e dell’azienda).

  • “Ordine: dai a tutte le cose il loro posto. Dai ad ogni parte dei tuoi affari la loro parte di tempo”

Peter Drucker diceva “prima le cose importanti, poi una cosa alla volta”: dare ordine vuol dire avere ordine in testa su quelle che sono le priorità sia personali che del proprio team di lavoro.

CALL TO ACTION: dare un ordine ai pensieri e poi alle azioni. Mettere le cose in ordine vuol dire soprattutto saper dare le priorità, non perdersi in controlli che danno scarso valore aggiunto e guidare l’azione in modo ordinato.

  • “Risolutezza: risolvi di fare quello che devi, fai senza fallo quello che hai deciso”

Risolutezza vuol dire determinazione: nel perseguire i propri obiettivi cercando di evitare di tornare indietro oppure nel tornare indietro e nel risolvere senza esitazione gli errori commessi.

CALL TO ACTION: risolutezza vuol dire innanzitutto essere responsabili delle proprie decisioni, farsene carico ed agire con determinazione supportandole con determinazione ed efficacia. Anche nell’errore, la risolutezza serve correggersi velocemente e per imboccare senza esitazione la strada che porta al miglior risultato ottenibile.

  • “Frugalità: non fare spese se non per fare del bene agli altri o a te stesso, cioè non sprecare nulla”

Frugalità vuol dire non eccedere ed avere rispetto delle risorse a propria disposizione

CALL TO ACTION: In ambito manageriale questo si traduce in “equilibrio” ovvero nel non eccedere nei vantaggi consentiti dalla propria posizione… in conformità con l’ambiente circostante e con le esigenze di tutti gli stakeholders. Significa non approfittare delle risorse anche in tempi di vacche grasse… ed usare  l’intelletto per mettere a disposizione degli altri o ridistribuire eventuali eccedenze.

  • “Industriosità: non perdere tempo.. sii sempre occupato in qualcosa di utile elimina tutte le azioni superflue”

Un ottimo manager è colui che in modo ordinato persegue obiettivi senza distogliere lo sguardo su ciò che è veramente importante.

CALL TO ACTION: L’industriosità senza perdita di tempo significa applicare costantemente la legge di Pareto secondo la quale il 20% delle azioni risolve l’80% dei problemi… lavorare industriosamente senza perdere tempo vuol dire eliminare tutte le azione superflue e concentrarsi su ciò che fa veramente la differenza (per esempio i collaboratori: che per numero e qualità possono costituire un effetto leva importante).

  • “Sincerità: non fare uso di inganni dannosi pensa in modo innocente e giusto e, se parli, parla di conseguenza”

Sincerità vuol dire trasparenza: una delle qualità fondamentali dell’essere umano ed ancor più di un manager.

E’ una delle virtù più necessarie per condurre con successo un’impresa che abbia obiettivi a lungo termine.

CALL TO ACTION: applicare una trasparenza interna ed esterna… essere sinceri con i clienti, saper dare le buone e le cattive notizie presentando la situazione per quella che è. La trasparenza è fondamentale a 360 gradi ma per un manager è particolarmente importante nei confronti dei propri collaboratori diretti, che devono ricevere feedback sinceri su cui poter lavorare per migliorare le proprie prestazioni.

La trasparenza è forse la virtù più importante ed anche quella su cui è più difficile lavorare: è tuttavia fondamentale perché dà credibilità all’ambiente, alla persona ed all’organizzazione che rappresenta.

  • “Giustizia: non fare torto a nessuno commettendo ingiustizie o trascurando le buone azioni che sono tuo dovere”

Una posizione di potere implica una giustizia super partes in grado di non farsi condizionare né dal giudizio, né dalle convenzioni, né da interessi privati o giochi di potere.

CALL TO ACTION: applicare una giusta meritocrazia, che si estenda senza vincoli di genere e di razza e che tenga conto esclusivamente degli elementi differenzianti per il business e per l’azienda.

  • “Moderazione: evita gli estremi. Frenati dal risentirti dei torti come pensi meriterebbero”

Moderazione nel pensiero e nel giudizio.

CALL TO ACTION: mantenere sempre una prospettiva più neutra possibile, valutando e giudicando l’operato degli altri con filtro clemente e propenso alla comprensione di ciò che non è immediatamente visibile.

Avere una prospettiva distaccata serve a mettere le cose nella giusta prospettiva ed a gestire efficacemente le situazioni risolvendo conflitti e problematiche.

  1. “Pulizia: non tollerare alcuna sporcizia nel corpo nel vestiario o in casa”

I giapponesi ne hanno fatto una filosofia di vita e le loro aziende sono sale chirurgiche a cielo aperto..

CALL TO ACTION: cominciare dal proprio ufficio e diffondere una cultura che renda la vita in azienda più dignitosa. La pulizia porta all’autodisciplina, aumenta la sicurezza degli ambienti di lavoro e dà un’immagine virtuosa dell’azienda per cui si lavora.

 Il concetto di pulizia si intende anche in termini di forma e di stile: nei prodotti e nel modo di fare business.

  1. “Tranquillità: non farti disturbare da cose senza importanza o da incidenti comuni o inevitabili”

Take it easy: mantenere la tranquillità è una questione di self-control ed è indice della capacità di controllare le proprie pulsioni nervose ed i propri istinti

CALL TO ACTION: sebbene la tranquillità sia una caratteristica personale, questa può essere sviluppata con la meditazione e con uno stile di vita equilibrato. Per un manager, sottoposto a stress e pressioni notevoli,  è essenziale lavorare sul proprio equilibrio psico-fisico e praticare tutte quelle attività che calmano e mitigano le proprie spigolature e che consentono di acquisire o riacquisire quella compostezza che è il requisito minimo per gestire gruppi di lavoro più o meno numerosi.

  1. “Castità: rivolgiti a Venere raramente e solo per mantenerti in salute o per procreare mai fino alla fiacchezza”

Questa è la più difficile da tradurre per manager ma riconduce al concetto di equilibrio…

  1. “Debolezza o a danno della pace o della reputazione tua o di un altro”

 Ognuno ha debolezze: il precetto qui è cercarle di mitigare affinchè le stesse non danneggino le persone che sono resposnabili del risultato operativo del business che si sta conducendo

CALL TO ACTION: riconoscere le proprie debolezze, saperle identificare e descrivere per capire se e come possono impattare nella propria operatività e di riflesso nel lavoro degli altri. E’ un esercizio continuo che ogni professionista dovrebbe condurre non solo in autonomia ma anche attraverso la sponsorizzazione e la ricezione di feedback negativi che diano una panoramica a 360 gradi del proprio impatto sugli altri e che consentano pertanto di correggere il tiro..

Le 13 virtù non sono niente di originale ma come le migliori canzoni sono “senza tempo”: Benjamin Franklin le scrisse nel 1726… le praticava a rotazione una volta a settimana per poi iniziare di nuovo il ciclo al fine di assorbirle adeguatamente.. Ps: la traduzione in ambito manageriale è del tutto

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