Perchè il 2020 non sarà migliore del 2019 ..

Parto da un’esperienza personale in cui il 2019 è stato un anno bello ma molto difficile.

E’ stato un anno dove ho dovuto metabolizzare un sacco di fallimenti non riuscendo nel contempo ad aver fatto niente degno di “memoria”.

Eppure il 2019 ha avuto un suo ruolo ed una sua importanza: mascherato come un anno inconsistente e privo di elementi “rimarchevoli”  o significanti  “variazioni” (obiettivo di un’ostinata ossessione personale ma anche figlia del nostro tempo), è stato un anno di riflessione.

Tendiamo a non considerare l’importanza dei nostri momenti “no”, momenti in cui apparentemente ci sembra di non aver progredito, di non aver aggiunto niente alla nostra vita o di aver “frullato a vuoto” (cosa che a dire il vero a me sembra di fare spesso anche quando sono convinto di aver realizzato qualcosa).

E’ così che riponiamo tutte le nostre aspettative “nell’anno che verrà”, il che è come spostare la nostra speranza e buttarla un anno più avanti (per poi ritrovarci puntualmente a fare lo stesso tipo di considerazioni per l’anno ancora successivo).

E’ esattamente così che la nostra vita passa veloce e la sensazione di insoddisfazione aumenta con l’aumentare dell’età e quindi inevitabilmente anche dei nostri acciacchi fisici e mentali.

Gli anni che classifichiamo come “no” (come se poi ci fosse un limite temporale che definisce i nostri momenti negativi da quelli positivi), sono anni che dovremmo prendere come una benedizione e non come la dimostrazione di un fallimento: nel 2019 ho imparato molto più di me stesso che nei 5 anni precedenti, ho imparato a fare un po’ di ordine nell’enorme caos di una mente iperattiva (che mi accompagna con alterni successi da una vita)… ho avuto il tempo di coltivare passioni che avevo completamente trascurato e di analizzare quelli che sono ancora grossi limiti alla mia realizzazione personale.

E’ stato un anno dove sono riuscito a contemplare di non essere bravo come pensavo in moltissimi aspetti, di aver bisogno di dare più che di ricevere, di dover fare ancora molta strada nell’educazione di mio figlio (e della mia famiglia in generale) identificando alcuni delle miriadi di punti su cui “lavorare”.

Per questo il 2020 non sarà migliore del 2019… il 2019 a rivederlo bene è stato un anno di incredibili rivelazioni che forse hanno preprarato il terreno per un impegnativo 2020 dove dalla constatazione sarò costretto mio malgrado a passare “all’azione”:  un’azione controllata, guidata da consapevolezza e non dettata dall’emozione del momento.

La strada per fissare il pensiero sulle cose realmente importanti è ancora lunga ed è superficiale assegnare au un anno piuttosto che ad un altro la “responsabilità” delle cose belle come delle cose brutte.

D’altronde il titolo di questa riflessione porta di per sè fuori strada: al di là di quelle che sono le aspettative, nessuno di noi può sapere come sarà “l’anno che verrà”… non sapremo se sarà compiuto o meno, non abbiamo una ricetta o delle soluzioni per tutte quelle cose che ci aspettano (e di cui non conosciamo l’esistenza).

Quello che possiamo solo sperare è di aggiungere elementi alla mappa di noi stessi, conoscendoci di più, focalizzandoci sui nostri obiettivi e sulle cose che riteniamo veramente importanti e cercando di anticipare così le nostre reazioni a ciò che è ineluttabilmente (e meravigliosamente) imprevedibile.

In definitiva gli anni in più dovrebbero servire proprio a questo: a costruire un mattoncino in più di una consapevolezza che può aiutarci in qualsiasi situazione, indipendentemente da quello che succederà…. nell’anno che verrà…

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