I migliori professionisti che ho conosciuto…


Se dovessi dividere in due gruppi le categorie di manager o leader con cui ho lavorato (in base ai risultati e all’impatto che sono riusciti a portare), direi che ci sono due macro-aree che sono particolarmente significative:

– quella di chi si circonda di colleghi o collaboratori che li fanno sentire migliori (accarezzandogli l’ego);

– quella di chi si circonda di colleghi o collaboratori che li fanno diventare migliori.

In questa apparentemente sottile differenza verbale c’è un enorme differenza sul piano pratico.

La prima categoria tende inevitabilmente a circondarsi di persone meno brillanti per riuscire a emergere più facilmente (entrando in una spirale autoreferenziale e involutiva); la seconda cerca attivamente persone migliori per imparare e migliorare (entrando in una spirale evolutiva).

Jim Rohn diceva che “siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più” e Goethe prima di lui scriveva: ““Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.

Le nostre relazioni comunicano le nostre “finalità” e sono lo specchio delle nostre tendenze, delle nostre propensioni e, in definitiva, anche delle nostre probabilità di successo in qualsiasi ambito (qualora non viziate da dinamiche diverse da quelle del “merito”).

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