Leadership vuol dire avere una fiducia incrollabile nel tuo modo di vedere le cose, rimanendo aperto ai feedback ed acquisendo la capacità di far avvenire un cambiamento positivo.



E’ visione, abilità nell’ispirare gli altri, fiducia nelle proprie possibilità e in quelle di tutte le persone intorno: sottende la capacità di prendersi dei rischi, di andare oltre e di riuscire a tenere la barra dritta facendo remare tutti ma prendendosi la responsabilità di tracciare la rotta.

E’ trasparenza, forza e vulnerabilità: capacità di proiettarsi in avanti e di fare un passo indietro quando necessario.

La leadership non è quindi una questione di titoli ma è ciò che si spoglia completamente dai titoli.

E’ riconoscere che siamo tutti esseri umani, che l’autorità formale non definisce quella morale e che chiunque può esercitarla assumendosi le responsabilità del massimo esercizio della propria professione.

In questa accezione, ognuno di noi può esercitarla attraverso 4 “poteri naturali” che non dipendono dal ruolo che si ricopre in azienda:

–         Il potere di andare al lavoro ogni giorno e di esprimersi al meglio;

–         Il potere di ispirare, influenzare ed elevare ogni persona che si incontra attraverso l’esempio, il supporto e la comprensione;

–         Il potere di farsi parte attiva di un cambiamento positivo che prescinde dalle condizioni in cui si opera;

–         Il potere di trattare gli altri con rispetto e apprezzamento, innalzando così la cultura dell’organizzazione.

“Il leader che non aveva titoli” è un best seller internazionale: narrativamente perfettibile ma con spunti interessanti su un tema tanto trattato quanto poco conosciuto nella sua essenza.

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