Il silenzio (#58/2023)

“Il silenzio è una perla” (Aftenposten)

Cercare attivamente il silenzio non per voltare le spalle al mondo ma per osservarlo e capirlo più approfonditamente.

L’essere umano ha un rapporto controverso col silenzio: molti lo considerano qualcosa da cui scappare, qualcosa associato alla noia e alla solitudine, alla tristezza e all’infelicità.

Ma il silenzio è innanzitutto introspezione: uno spazio sempre più fondamentale in un mondo pieno di rumore.

Il silenzio come cura, come panacea per i mali contemporanei: uno spazio in cui ritrovare quella dimensione intima in cui ci si connette maggiormente con se stessi, si impara ad apprezzare l’isolamento e si pone maggiore attenzione a ciò che ha più valore per noi.

“Perchè il silenzio non è un vuoto inquietante ma l’ascolto dei suoni interiori che abbiamo sopito”.

In media perdiamo la concentrazione in un tempo che non supera gli 8 secondi: la distrazione, il rumore, l’eccesso di stimoli e l’intrattenimento perpetuo sono ormai la bussola che regola il funzionamento del mondo in cui viviamo.

E quando incontriamo il silenzio lo viviamo come un anomalia: qualcosa di fastidioso da cui allontanarsi prima possibile.

Al contrario della maggior parte di noi, l’autore di questo breve testo ha fatto del silenzio una scelta: nei mesi trascorsi fra Artide, Polo sud ed Everest ha imparato a fare propri gli spazi e i ritmi della natura, immergendosi in un silenzio interiore che racconta aver rappresentato una fonte inesauribile di benessere e rigenerazione.

Ma cosa è davvero il silenzio? Dove lo si trova? E perchè oggi è più importante che mai?

Tre domande a cui Kagge risponde con trentatrè riflessioni scaturite da esperienze, incontri e letture diverse… tutte animate da un’unica certezza: che il silenzio sia la chiave per comprendere più a fondo la vita

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