Quando la solitudine aiuta

“Le persone che vivono in città hanno una probabilità del 21% in più di sviluppare ansia e del 39% in più di soffrire di depressione rispetto alle persone che vivono nelle zone rurali” (secondo una ricerca americana, fonte “the comfort crisis” di Michael Easter).

Le città sono vivaci, briose, innovative e adrenaliniche…ma talvolta schiacciano, soffocano e generano una pressione sociale più elevata rispetto a zone lontane dal rumore.

La stessa concentrazione di attività e opportunità che rende le città così vive, porta molte persone alla #FOMO “Fear of missing out” (paura di rimanere fuori)…. mentre in contesti rurali, “essere fuori” è una normalità che lascia spazio per riflettere sul senso di quello che facciamo.

Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro ma quando si soffre di ansia da prestazione o si subisce eccessivamente la pressione sociale, ritirarsi in contesti più tranquilli aiuta molto.

Ovviamente questo può essere fatto anche temporaneamente senza dover “cambiare vita” o essere costretti ad aspettare le ferie: è sufficiente poter accedere a uno #smartworking che consente di non rinunciare alle opportunità, permettendo contemporaneamente di capire a fondo quanto queste siano effettivamente significative per noi, per la nostra carriera e per quello che vorremmo diventare.

Per molti (ma non per tutti), avere la possibilità di scegliere ed accedere a strumenti di lavoro flessibile aiuta anche a ritrovare una propria dimensione, preservando la #salutementale (e con essa, anche la tanto ricercata “produttività”).

Quando le aziende capiranno estensivamente che questo non è un “benefit” ma qualcosa di utile che serve a rendere i propri dipendenti più liberi, più flessibili e più efficienti, tutto sarà molto più facile… come sarà più facile allontanarsi dalla “FOMO” per decidere come sfruttare al meglio quelle straordinarie capacità che scopriamo quando abbiamo il tempo e lo spazio per “pensare”.

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