Se vedi competitor e nemici dappertutto, allora vuol dire che non stai innovando davvero…

Spesso consiglio post di persone o aziende che fanno coaching, formazione o consulenza e che teoricamente sono dei competitor.

Se “rubi” un mio contenuto non mi offendo purchè tu lo faccia come suggerisce Austin Kleon in “ruba come un’artista” (mettendoci qualcosa di “tuo”).

Ma non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui tenevo molto a proteggere il mio orticello, i miei “contenuti” e la mia “proprietà intellettuale”.

Poi le cose sono cambiate: ho iniziato a lavorare sui miei tratti distintivi, cercando un posizionamento unico.

Grazie a esperienze dirette o indirette con aziende e persone veramente “innovative”, ho capito che l’unico modo per differenziarsi davvero, parte dalla propria unicità e dalla capacità di prendere il meglio di ciascuno per portarlo in quello che facciamo.

Ispirarsi agli altri creando contenuti propri e lasciare che gli altri facciano lo stesso, aiuta a concentrarsi sull’obiettivo di “essere originali” (come suggerisce Adam Grant nell’omonimo best seller) e a fare sempre cose nuove.

E’ il passaggio dalla “competition” alla “coopetition”: qualcosa che alcune aziende stanno sperimentando per fare network e muoversi sulla cresta del cambiamento e dell’innovazione (negli States è partita Nike col progetto “Green X” mentre in Italia stiamo assistendo a partnership fra aziende storicamente in conflitto).

Collaborare con gli altri serve a creare una comunità in cui ci si ispira vicendevolmente creando sinergie e relazioni di lungo termine che servono per migliorare, innovare e vendere meglio il nostro prodotto o il nostro servizio.

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