Organizzazioni aperte (#22/2023)

Organizzazioni senza gerarchia

Nella maggior parte delle aziende c’è una divisione netta fra chi è chiamato a organizzare il lavoro e chi lo esegue.

Questo sistema, progettato nel ventesimo secolo e funzionale per un industria che operava in un mondo relativamente stabile, è oggi altamente inefficiente.

Quelle poche persone con armadietti riservati e stanze chiuse lontane dai problemi reali, difficilmente saranno in grado di rendersi conto di cosa succede, di accorgersi in tempo reale di cambiamenti improvvisi e di essere allineati con chi può fare realmente la differenza col proprio valore aggiunto.

E difficilmente saranno lungimiranti abbastanza dal prendere decisioni lucide senza farsi fregare dall’ego o dal protagonismo in cui sono cresciuti.

In un mondo mutevole in cui i tempi di risposta si fanno sempre più rapidi, il potere non può rimanere concentrato in mani e teste lontane dall’operatività.

In realtà e mercati mutevoli è necessario e fondamentale restituire a chi lavora il potere e la responsabilità di progettare autonomamente il proprio lavoro a partire dai bisogni reali.

Presupponendo di aver assunto professionisti responsabili in grado di prendersi la giusta autonomia, distribuire il potere nelle mani di chi sa quello che deve fare, fa passare un’organizzazione da una gabbia a uno strumento di innovazione e di crescita.

Per farlo occorre mettere in discussione con intelligenza ed estrema lungimiranza le pratiche e i modelli tradizionali: aprire cantieri di trasformazione cross-funzionali e sperimentare nuove forme di collaborazione e di organizzazione sia dentro che fuori il proprio perimetro.

Dare responsabilità alle persone, autonomia alle funzioni, capacità di ragionare in modo sistemico ed efficace dando a tutti la possibilità di sbagliare per poi riflettere insieme su come fare meglio e migliorare.

Riformare la cultura aziendale è possibile a partire dalla leadership che ha la responsabilità di togliersi quella referenzialità tipica delle gerarchie per mettere a disposizione il proprio know how e parte del proprio potere a chi può fare la differenza.

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