“Non si può battere chi non si arrende mai…”

Nelson rimase 27 anni in carcere, fu trattato in modo ignobile dai propri aguzzini e subì vessazioni inenarrabili reiterate nel tempo.

Ma non si arrese mai: fra le celle del carcere continuò a formarsi, a studiare i propri interlocutori e a diventare la migliore versione che quelle condizioni gli consentivano di essere..

Alla fine del suo percorso, ormai in età avanzata e dopo aver trascorso gran parte della sua vita fra quattro pareti anguste e in “esilio” morale, da attivista politico diventò “Mandela”.

Le sue migliori lezioni, nonostante il conferimento del premio Nobel, non sono sulla pace ma sulla potenzialità umana di superare le avversità e di prendere il meglio dalle circostanze.

Non è necessario essere “Mandela”: prima o poi capita a tutti di essere costretti a un esilio “morale o professionale”… Ma è importante capire che chi non si arrende di fronte alle difficoltà, prima o poi arriva a superarle acquisendo una marcia in più.

Non siamo Mandela.. ma non siamo neanche gli unici a dover affrontare problemi che richiedono la capacità di andare oltre e di “non arrendersi”.

per approfondire: “padroni del destino” (la biografia di Mandela a cura di Richard Stengel)

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