Due domande che si fanno in Silicon Valley per immaginare il futuro (e che dovresti farti anche tu)

Che cosa inizieremmo a fare se avessimo la certezza di non fallire?

Che cosa faremmo se non avessimo paura?

Sono domande che chi lavora in ambienti innovativi si fa spesso per portare il proprio pensiero “oltre” e aprire la mente verso tutti gli scenari possibili, cambiando temporaneamente la realtà e abilitando la capacità di vedere il mondo attraverso una lente diversa..

Porsi questioni non limitanti, mette naturalmente su un orizzonte mentale in cui il vincolo del fallimento viene rimosso.

Incoraggiare le persone a pensare in modo più audace e fantasioso è una strategia abbastanza efficace e comune in ambienti in cui si immagina il futuro e in cui si inventano prodotti nuovi (come in Silicon Valley).

Perchè?

Perchè questo aiuta a rimuovere i limiti spostando il pensiero sull’orizzonte possibile anzichè limitarlo ai possibili vincoli (e attivando il problem solving anzichè il “freno a mano”).

E’ una prassi che molte delle aziende high tech applicano e che può essere replicata anche individualmente.

C’è una corposa letteratura a riguardo (ne parla Regina Dugan in un TED talk del 2012 ma anche diversi tecnologist e futuristi nonchè Berger ne “il libro delle domande brillanti” a cui è ispirato questo post): i campi di applicazione sono molteplici e i risultati molto interessanti.

“Cosa faresti se non avessi paura?” è una domanda potente, che non costa niente e non porta rischi… ma che aiuta a esplorare scenari anzichè farsi limitare da cose che potrebbero non verificarsi mai.

D’altrone Mark Twain (che era uno scrittore e non un tecnologo), in relazione a se stesso diceva sempre “in vita mia ho avuto paura di molte cose… molte delle quali non sono mai successe”.

Cosa proverei a fare se sapessi di non poter fallire?

Quale è la cosa peggiore che potrebbe accadere?

Se fallissi, quali sarebbero le cause più probabili e come mi riprenderei dopo il fallimento?

Se avessi successo, come mi sentirei?

Come posso fare un piccolo passo in direzione di un cambiamento più grande?

….tutte domande su cui vale la pena riflettere per immaginare un futuro “diverso”..

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