Il futuro senza lavoro (#45-2022)

di Martin Ford pag. 340 04 Settembre 2022

Il timore che le nuove tecnologie possano distruggere il lavoro è vecchio quanto il capitalismo..

Ma se il pericolo si è sempre rivelato falso in tutte le tre precedenti rivoluzioni industriali, ci sono elementi poco rassicuranti per quanto riguarda l’era “4.0” contrassegnata dall’introduzione di un’intelligenza artificiale che potrebbe andare ben oltre la sostituzione dei lavori meno qualificati o più automatizzabili.

In questo libro premiato dal Financial Times e vincitore del premio Mc Kinsey “miglior libro di business dell’anno”, l’autore ci guida scientificamente attraverso scenari possibili frutto di considerazioni dettate da un avanzamento della tecnologia che segue la legge di Moore (secondo la quale lo sviluppo delle capacità computazionali di un PC sono esponenziali), dello sviluppo accelerato delle reti neurali e dell’intelligenza artificial generale (capace non solo di autoapprendimento ma anche di sviluppo di un proprio “pensiero”) e dell’aumento demografico su larga scala.

I dati suggeriscono che l’IA stia facendo passi da gigante, che i posti che sta togliendo siano maggiori di quelli creati e che si stia sviluppando un intelligenza in grado di scrivere autonomamente una cronaca sportiva, realizzare un’opera d’arte e comporre melodie.

Ci aspetta un’epoca in cui non solo avremo cuochi robot in grado di preparare pasti economici per 9 miliardi di persone… ma anche congegni più precisi di un medico, autisti più capaci di un pilota e stampanti in grado di produrre oggetti di qualsiasi fattura e dimensione.

Le macchine apprenderanno alla velocità della luce, faranno connessioni, comunicheranno fra loro attraverso la rete ed il cloud e non si limiteranno a svolgere i compiti preimpostati dai costruttori… già oggi alcuni esperimenti mostrano quanto in alcune circostanze, insieme di microchip e schede siano in grado di mostrare curiosità e creatività, mettendo in serio dubbio anche i lavori finora da noi considerati appannaggio esclusivo dell’intelligenza umana.

Siamo già ben oltre la robotizzazione dell’industria e dei lavori più monotoni: le macchine intelligenti stanno trasformando tutti i settori dell’economia, rivelandosi più efficienti e produttive degli esseri umani in molteplici settori e mettendo a rischio anche gli impieghi in cui fino a poco tempo fa formazione e istruzione erano ritenute sufficienti per garantire il successo.

Il tutto all’interno di un contesto economico in cui le big tech stanno ulteriormente spingendo sull’acceleratore dell’innovazione 4.0, ingengerizzando processi e prodotti in modo da essere quanto meno dipendenti possibile dall’uomo e gettando le basi per un “futuro” senza lavoro” che pone interrogativi enormi sulle politiche globali e sulle capacità dei nostri governi di ripensare completamente al sistema economico per come lo abbiamo sempre conosciuto…

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