Reverse mentoring ai vertici: come i millennials entreranno nei consigli di amministrazione

Chi guiderà le aziende del prossimo futuro?

In nazioni con senatori a vita quasi centenari o in un mondo dove il 46° presidente degli Stati Uniti è un quasi 79 enne, la risposta potrebbe essere scontata..

Ma il mondo del lavoro sta cambiando alla velocità della luce ed in pochi anni potremmo vederne rivoluzionato completamente l’asset.

Se start up e nuove aziende hanno già millennials alla guida, è probabile che la loro presenza si riterrà necessaria anche all’interno dei business più tradizionali

Questo per due motivi:

– Anche i prodotti ed i mercati più “classici” dovranno modificarsi (per venire incontro alle esigenze della “nuova” società costituita dai millennials e dai loro valori)

– Le aziende avranno all’interno un panorama di generazioni di impiegati molto ampio in cui la contaminazione sarà la normalità

In questo ipotetico contesto, anche le aziende più tradizionali potrebbero avere bisogno di millennials in posizioni finora ritenute inaccessibili: per sfruttare quel salto di mindset che i manager dell’era industriale faranno inevitabilmente fatica a fare (e che sarà l’unica via per l’adattamento ad un mercato completamente nuovo in termini di esigenze).

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Quando iniziai a lavorare nel 2003, entrai in un’officina meccanica tradizionale.

Già da quasi 100 anni il mercato dell’era industriale sembrava longevo ed intoccabile e l’unica cosa che restava da fare era imparare un mestiere nato prima di mio nonno.

Le macchine utensili esistevano già da molto tempo così come i controlli numerici (albori dell’automazione ed antenati della moderna AI)

Non sapevo quasi niente di tecnologia meccanica ma come un “millennial” che entra in un mercato completamente nuovo, riuscii a portare qualche buona idea organizzativa e quel contributo “diverso” tipico delle “nuove” generazioni.

Dopo 5 anni diventai abbastanza esperto in lavorazioni meccaniche da non riuscire più a portare novità significative.. e dopo 10 anni la conoscenza che avevo acquisito con tanta fatica cominciò a diventare obsoleta a causa della progressiva sostituzione delle macchine utensili con stampanti 3D e strumenti sempre più performanti..

Da neofita, in poco più di 10 anni stavo diventando già “vecchio”… sicuramente esperto ma di una tecnologia in via di sostituzione..

Quello che ho descritto (che risale ormai a quasi 20 anni fa), è in realtà un percorso evolutivo ricorrente… che richiede un ricambio generazionale continuo in cui gli esperti possono dare un contributo che necessariamente deve subire però la contemporanea contaminazione di idee provenienti dalle nuove generazioni.

Ogni passaggio tecnologico o evolutivo inietta nel sistema tecnologie sempre nuove, che consentono alle nuove generazioni di recuperare progressivamente il gap di esperienza con le precedenti per poi sostituirle progressivamente.

Ma mentre fino a qualche anno fa il mercato poteva considerarsi relativamente stabile e con evoluzioni tecnologiche progressive ma relativamente lente, negli ultimi periodi stiamo assistendo ad una accelerazione tecnologica quasi senza pari.

L’esplosione di internet e tutto quello che ne consegue (big data ed AI) stanno rivoluzionando in poco tempo culture intere, mettendo in discussione le dinamiche degli scambi generazionali nel mondo del lavoro e costringendo ad una contaminazione di conoscenza, valori e generazioni che non ha precedenti nella storia dell’industrializzazione.

La forte spinta tecnologica sta rendendo pertanto i passaggi generazionali nel mondo del lavoro molto più veloci…. Di fatto impedendo il “passaggio” e costringendo più che altro ad una vera e propria “contaminazione”.

Questo effetto viene inoltre amplificato dall’allungamento delle aspettative di vita che si riflette in carriere professionali più lunghe.

Sostanzialmente stiamo andando verso un mercato del lavoro che avrà come protagonisti sia 70 enni che 20 enni, in uno scenario di mercato dove i clienti saranno maggiormente millennials..

Clienti millennials ed aziende popolate da un vasto range di generazioni diverse…. In un ambiente dove l’evoluzione tecnologica (BOT, intelligenza artificiale e robotica) non riguarda solo il modo di fare le cose ma anche e soprattutto un nuovo modo di guardare al mondo contemporaneo..

Tutto questo porta a riflettere su come le aziende dei prossimi anni dovranno necessariamente riconfigurarsi per trovare “sinergie” intergenerazionali e consentire una comunicazione diretta fra baby boomers, millennials, generazione X, Y e Z..

Le aziende continueranno ad avere bisogno di figure senior perché anche quelle più all’avanguardia manterranno comunque tecnologie ponte col passato che richiederanno esperienza…. Ma sempre di più i prodotti saranno permeati da logiche e tecnologie di facile comprensione solo per le generazioni più recenti..

I mercati saranno guidati da logiche sempre più dei millennials (già oggi i principali clienti di tutti i maggiori settori in crescita nell’economia mondiale) ed imporranno pertanto di avere gli stessi all’interno dei processi decisionali…

Avere un gruppo di giovani in sneakers e felpa che entrano in stanze chiuse finora appannaggio di 70 enni in giacca e cravatta potrebbe diventare la normalità… e dar luogo a curiose interazioni che fra il serio ed il faceto potrebbero davvero rivoluzionare il modo di fare business…

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