“Le persone scambiano il loro attuale livello di comprensione per il massimo livello di conoscenza”

Matthew Fisher della Yale University arrivò a questa conclusione nel 2016, dopo aver interrogato un campione di laureati, chiedendo loro di valutare il proprio grado di conoscenza nelle loro discipline.

L’illusione della competenza derivante da un titolo acquisito, si estende purtroppo anche la mondo professionale dove molti dirigenti rischiano di perdere il contatto non solo con i propri riporti ma anche con la cruda realtà (che li vede mediamente molto meno preparati di quanto essi stessi pensano).

In molti casi chi è definito un esperto tende a sopravvalutare la propria conoscenza, ostinandosi a rifiutare più o meno inconsciamente il parere altrui.

Un’illusione ancora più amara se si pensa che, a parità di conoscenza, la tecnologia avanza d una velocità così elevata che anche le persone più preparate difficilmente riescono a starne al passo.

Sapere di non sapere a volte può sembrare non confortante per il proprio io… ma è una strada più ragionevole per essere sicuri di mantenere una rotta realistica ed evitare di scoprire tutto insieme di “non essere all’altezza”.

Tratto da “Le trappole dell’intelligenza” di David Robson

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