Feedback “diversamente positivo”: come fare la differenza (e migliorare le relazioni professionali)

“Apprezziamo i vostri feedback”.. (finchè sono positivi)..

“Se sei soddisfatto vorremmo avere il tuo feedback” è un messaggio vuoto di significato.. sia che sia richiesto esplicitamente da un’azienda (come avviene spesso quando si compra un prodotto nuovo), sia che esso sia implicitamente espresso sottoforma di un’aspettativa personale (verso collaboratori, responsabili o colleghi).

E’ un messaggio che sottende il fatto che un feedback debba essere dato solo “in caso di soddisfazione”.

Peccato che un feedback positivo per un lavoro ben svolto è sicuramente auspicabile ma poco utile.

Per essere effettivamente efficace ed utile, un messaggio corretto dovrebbe essere: “NON sei soddisfatto? Lasciaci un feedback”..

Questo perché, se opportunamente dati, sono i feedback negativi gli unici che possono generare azioni… e le azioni sono le uniche cose che possono portare sviluppo ed evoluzione (sia che si parli di prodotti, di aziende o di crescita personale e professionale..)

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Si parte generalmente dalle aziende ma l’importanza di ricevere feedback che spingano a migliorare è importante soprattutto per le persone (che in definitiva sono la “materia prima” di cui sono fatte le organizzazioni).

Tutti siamo amanti dei feedback positivi: servono alla nostra autostima ed a confermare ciò che intimamente mettiamo in dubbio di noi stessi e del nostro operato (a dispetto di quello che vogliamo dare a vedere..).

Il problema è che la maggior parte dell’umanità è grossolanamente divisa in due tipologie: persone troppo insicure e persone troppo sicure di se stesse…. ed in entrambi i feedback positivi sono deleteri sia per l’una che per l’altra categoria.

Le persone troppo sicure di sé generalmente si convincono ancora di più della propria infallibilità (cadendo in un punto cieco di consapevolezza ed aumentando le possibilità di commettere errori), mentre quelle troppo insicure rischiano invece di assestarsi su un giudizio parziale che non le fa migliorare ma che si limita a dargli un elemento di sopravvivenza in più (sicuramente importante per sbarcare il lunario ma poco utile per “fare veramente la differenza”).

Il feedback è prezioso se è puntuale, circoscritto ed essenzialmente sincero e libero: se lo si condiziona in qualsiasi modo (per esempio restringendolo nel campo o richiedendolo solo quando questo è positivo), si perdono tutti i requisiti essenziali per la sua efficacia.

Che si tratti di persone o di aziende, il feedback per migliorare (che tendenzialmente è un feedback che dovrebbe spingere ad una “azione”) è assolutamente fondamentale: è un qualcosa che andrebbe ricercato spasmodicamente anziché rifuggirlo come la peste.

Un feedback negativo (o “differentemente positivo”), ancorché noioso e difficilmente “digeribile”, può dare spesso spunti od idee per rimettere in discussione credenze consolidate, per esplorare modi alternativi di fare le cose o per semplicemente migliorare quello che è già esistente ma che è perfettibile.

Il feedback positivo serve per l’ego ma quello negativo serve per crescere… ed è sempre più importante in un mondo in cui i prodotti hanno cicli di vita sempre più brevi sia come oggetti in sé che come oggetti di un desiderio che muta sempre più velocemente..

Questo è essenzialmente il motivo per cui le aziende ed i professionisti più moderni sono alla ricerca costante di un feedback continuo: perché dopo un po’ che fanno una cosa, sanno che perdono la loro capacità di vederla oggettivamente e di riconoscere “dove possono fare meglio”…

Ed anche se si è al top in un determinato campo, nessuno può eccellere sempre: le cose cambiano e ciò che è valido fino a qualche momento prima, subisce inevitabilmente un effetto di obsolescenza che costringe continuamente a reinventarsi e ad ingegnare a trovare soluzioni sempre migliori.

Professionisti ed aziende alla costante ricerca del miglioramento continuo non si accontentano di feedback positivi generici: vogliono sapere come poter riuscire a fare ancora meglio, possibilmente acquisendo una prospettiva diversa o un punto di vista che loro stessi non abbiano considerato.

Questo perché sanno benissimo che l’arte di perfezionarsi passa necessariamente dagli errori e che l’eccellenza non è qualcosa che si raggiunge facilmente ma è frutto di step successivi tanto dolorosi quanto necessari: è il motivo per cui le aziende più lungimiranti cominciano a costruire i propri business partendo dai propri clienti… facendogli testare i prodotti, facendoli esprimere senza vincoli e portando a casa le lezioni (magari filtrandole) per creare cose sempre più nuove, sempre più aderenti alle aspettative e sempre più “rivoluzionarie”.

NON sei soddisfatto di questo articolo? Lasciami un feedback”..

E la prossima volta che dai un feedback.. ricordati che questo deve consentire alla persona che lo riceve di mettere in atto azioni specifiche: è il più grande dono che si possa fare ad un collega o ad un collaboratore nonché il miglior sistema per gestire le relazioni professionali… d’altronde se riflettiamo attentamente, a prescindere dai nostri fallimenti ed errori, quelli che generano il più grande rammarico sono quelli che per cui non abbiamo ricevuto spiegazioni, suggerimenti o stimoli per evitarli nuovamente…

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