Ringraziare un collaboratore è una questione di stile….(e competenza)
Ringraziare in modo efficace è una forma di arte che richiede passione ed intelletto: serve a stabilire o a rafforzare una connessione ed è per questo che richiede esperienza..
Non c’è bisogno di frequentare un webinar sull’argomento ma l’atto di “ringraziare” non deve essere finalizzato a “dare una pacca sulla spalla”, ma a far arrivare un messaggio di apprezzamento in modo efficace (e si sa che comunicare efficacemente è sempre la cosa più difficile).
Per far questo è importante che il messaggio abbia almeno queste caratteristiche:
1) devi “sentirlo”: deve venire dalle viscere e non essere fatto “tanto per fare” (se non c’è questo requisito minimo vuol dire che non è il tuo mestiere… ed è meglio lasciar perdere)
2) deve “arrivare”: deve muovere le corde del tuo interlocutore “facendolo saltare dalla sedia” (quindi va tarato in base alla persona a cui è rivolto)
3) deve essere specifico e sintetico: circostanziato ad un contributo ben preciso e calibrato con poche parole scritte bene (il messaggio deve arrivare come una bomba ad acqua e non come un bagno in una soluzione diluita)
5) non deve essere “esagerato”: roboanti paroloni come “you’ve been great” sono una droga dal breve effetto ma non va dimenticato che lo scopo è quello di creare una relazione profonda e non quello di ingrassare il tacchino per “il giorno del ringraziamento”
6) deve dare la “big picture”: se fossi tu ad aver dato il contributo, non vorresti sapere l’impatto che questo ha avuto su un intero progetto o sull’organizzazione?
Ringraziare è un atto tanto straordinariamente semplice quanto estremamente complesso… ed è per questo che richiede stile.. (e competenza)