“Il management per obiettivi funziona solo se conosci gli obiettivi”

In tempi di smartworking, la frase di Peter Drucker (1909-2005) potrebbe essere rimodultata in: “il lavoro intelligente funziona solo se abbiamo chiaro cosa vogliamo ottenere”.

E se lo smartworking è diretta conseguenza del “management per obiettivi”, come facciamo a farlo se non abbiamo chiari i risultati attesi?

La chiarezza e la definizione di obiettivi condivisi è il pre-requisito del “lavoro intelligente” e dovrebbe essere il primo punto di discussione fra un dipendente ed una organizzazione che vuole mantenere questa pratica “win-win”.

Fissare obiettivi condivisi non è nè facile nè immediato anche perchè nelle aziende moderne, siamo generalmente abbastanza bravi a “complicare” (ad esempio se dobbiamo costruire un box, ci concentriamo nella specifica di acquisto di una vite o sulll’ultima revisione della procedura su “come si tiene un avvitatore”: difficilmente partiamo da due mani e qualche tavola di legno o dall’analisi della possibilità di realizzare un manufatto senza viti).

Siamo così abituati a lavorare in questo modo farraginoso, che non ci rendiamo conto di quanto siamo lontani da quello che chiamiamo “lavoro intelligente” ed in un contesto simile è facile avere dipendenti che perdono mezz’ora a guardare l’orologio per arrivare alle 17 o aziende che cercano di farli marcare 8 volte al giorno nell’illusione di controllarli.

In queste condizioni lo smartworking è impossibile ed è necessario fare un passo indietro mettendo allo stesso tavolo aziende e dipendenti e ritrovando la “logica”.

Lo “smartworking” passa prima di tutto da un’analisi costruttiva e congiunta di cosa dobbiamo fare e dei risultati che vogliamo raggiungere come gruppo… perchè senza avere chiaro in testa gli obiettivi, non può esserci “management per obiettivi” (e quindi il “lavoro intelligente”)

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