Qualcosa sulla gestione del tempo…

Vado poco in ufficio ma quando ci vado sono solito portarmi un libro da casa ed appoggiarlo sulla mia scrivania come monito per ricordarmi che quella di leggere è una delle attività più importanti della giornata.

In realtà spesso succede che non ho modo di leggere in ufficio ma la sola presenza del libro, mi fa da monito e “reminder” per ritagliarmi un po’ di tempo entro la fine della giornata (per quanto banale vi assicuro che è un metodo molto efficace).

La gente è strana e curiosa ma poche persone si soffermano a chiedere informazioni sulla natura dei libri che leggo o semplicemente sul perchè ho l’abitudine di tenere un libro personale sulla mia scrivania di lavoro.

Detto questo ogni tanto capita che qualcuna delle decine delle persone che gravitano attorno alla mia scrivania chieda lumi su questa mia “strana” peculiarità..

Quando anche in questi pochi casi mi accingo a dare una spiegazione stringata, la prima considerazione nel 90% dei casi è “beato te che hai tempo”..

Sebbene il mio stile di vita consenta di non farmi etichettare come una persona che ozia o che perde tempo, il commento arriva puntuale ed inevitabile come una macchia di sugo su una camicia bianca appena indossata..

Generalmente la gente proferisce queste parole mentre va via quasi infastidita… come se pensasse che l’eventuale tempo in eccesso sia tolto a loro o come a rivendicare l’impossibilità per loro (ma non per me) di averne in abbondanza..

E’ buffo realizzare come nessuno riesce a formulare questo pensiero guardandomi dritto negli occhi.

Mi aspetterei che una persona mediamente intelligente si interrogasse sui motivi reconditi che stanno dietro al fatto in sè (ed a come si possa “avere” del tempo per le proprie passioni).

Contrariamente a quanto direbbe il buon senso, le persone o non chiedono niente oppure imprecano silenti con considerazioni di scarso valore mentre prendono la porta di uscita, non curandosi nè dell’eventuale effetto che queste affermazioni possano avere, nè fermandosi a riflettere sulla propria condizione (e sul come migliorarla).

Il punto vero è che difficilmente le persone “hanno tempo”… ma ci sono persone che si sforzano di creare quotidianamente le condizioni per averlo (e mediamente quando uno si impegna, riesce nell’intento)..

Il libro sul tavolo è una sorta di “impegno” a ricercare il tempo: nella maggior parte dei casi non riesco mai a leggere in ufficio ma il libro sul tavolo fissa una immagine che mi accompagna per tutta la giornata e che si radica nella mia mente creando un punto di “aggancio”.

Potete giurarci che di lì a sera, anche pochi minuti sul divano o nella pausa caffè dopo la cena, avrò trovato il modo di leggere un po’.

Nel 2019 con questa semplice “accortezza” (e con qualche indicazione sulla “lettura veloce”) sono riuscito a leggere circa 50 libri in un anno (una media di un libro a settimana).

Faccio fatica a pensare che qualcuno non possa essere in grado di ritagliarsi 15 minuti al giorno per una buona lettura (o per qualcos’altro).

Considerando che in una giornata ci sono 1440 minuti, se una persona non riesce a ritagliarsene almeno 15 per quello che gli piace fare allora non è che non ha tempo.. è che semplicemente deve imparare a gestirlo meglio.

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