L’arte del talento (#24/2024)

Perché alcune persone diventano le migliori del proprio campo e altre no?

Si dice spesso che è una questione di “talento”… ma è proprio così?

E cosa è il talento? Una qualità innata, qualcosa che si può sviluppare o una combinazione delle due?

Ognuno di noi ha delle capacità o delle cose per cui è predisposto: possono essere caratteristiche fisiche o propensioni attitudinali che consentono di realizzare cose per cui altri fanno più fatica.

Quella del talento è una materia piena di retorica, ma anche estremamente affascinante da studiare.

Occupandomi di Executive coaching e sviluppo di talenti, condivido le riflessioni sul tema proposte da questo libro di Alberto De Biasi, che fornisce una definizione di talento muovendosi fra predisposizione naturale, disciplina, pratica, motivazione, atteggiamento e opportunità.

Il testo parte da due approcci: “nature” (per chi pensa che il talento sia una dote congenita) e “nurtrure” (per chi è convinto che sia qualcosa che si può nutrire e coltivare)… per poi andare più a fondo nell’indagine dei tanti elementi che lo caratterizzano.

C’è chi guarda il talento come “soggetto” (legato alla persona che lo possiede) e chi come “oggetto (legato a un insieme di capacità, abilità o competenze).

Chi lo vede come “esclusivo” (ritenendolo di dominio di una ristretta cerchia di persone) e chi “inclusivo” (credendo che chiunque ne possieda uno che dovrebbe essere riconosciuto e valorizzato in un ambiente che sia idoneo a farlo crescere).

Nel mondo aziendale, il talento è identificato come “alto potenziale” e attribuito a persone che si ritiene abbiano abilità cognitive, tratti di personalità e aspirazioni professionali tali da renderli probabili leader di successo.

Sempre in ambito organizzativo, molto spesso questo termine è abusato e riferito a persone che non hanno un “talento assoluto” ma ne hanno uno che è di particolare interesse per qualcosa o qualcuno (svilendone il concetto e portando la discussione su una strada che col talento vero ha poco a che fare).

In ambito sportivo, assume invece connotati che dipendono dal tipo di attività che si svolge (sport individuali come il golf sono diversi da sport di squadra in cui il “talento” dipende molto dal grado di interdipendenza fra le persone).

“L’arte del talento” è un testo che parte dal riconoscimento delle proprie capacità per analizzare le condizioni e gli strumenti necessari per svilupparlo: dalla consapevolezza all’analisi delle proprie peculiarità, dalla pratica deliberata al duro lavoro, dall’accettazione di se stessi alla ricerca attiva di figure di riferimento e ambienti in cui farlo fiorire.

Un libro interessante per chiunque voglia attrarre, trattenere o sviluppare un “talento”.

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