Psicologia delle folle (#3/2024)

Viviamo in un mondo in cui la disinformazione è dilagante, i media sono tirati per la giacchetta, la società si sta sempre più “polarizzando” (non solo nella ricchezza) e il giornalismo sta raggiungendo un punto talmente basso che spesso le persone credono più agli “influencer” che alle testate storiche.

Abbiamo milioni di stimoli e informazioni, siamo bombardati dalle fake news e non sappiamo più a chi credere.

A differenza del secolo scorso, in cui l’informazione era appannaggio di pochi canali, adesso viviamo in un contesto di un’eccessiva pluralità di fonti: fonti che da una parte vanno in direzione di un processo di maggiore “democratizzazione” (aumentando la varietà di contributi) ma che dall’altro spingono chiunque a improvvisare competenze per “influenzare” o “dirigere” dibattiti che prestano facilmente il fianco al populismo.

In questi scenari, “orientare le folle”, creare un’opinione o spingere le persone a intraprendere azioni può sembrare difficile.

Gli stratagemmi che venivano utilizzati nel secolo scorso (e che hanno creato la “propaganda”, “un milione di posti di lavoro” e molti altri slogan che non sempre hanno mantenuto le loro promesse), sembrerebbero non essere più validi…

Eppure l’essere umano è sempre lo stesso: le dinamiche che lo “muovono” sono radicate in migliaia di anni di “evoluzione della specie” e il cervello rettiliano risponde ancora a quella paura spesso deliberatamente indotta per creare “nemici politici” e scoietà controllabili.

“Psicologia delle folle” è stato definito da Le Monde come uno dei libri più influenti del 900: ha ispirato e influenzato Freud, Theodore Roosevelt, Mussolini e De Gaulle.

Non solo ha introdotto il concetto di “masse” nello scenario della storia, ma ha anche fatto emergere la categoria della “opinione pubblica” nel dibattito sociale e nella produzione di consensi.

Alla base c’è un intuizione geniale: la logica che determina i comportamenti collettivi soverchia l’intelligenza individuale, spinge l’essere umano a comportamente illogici e toglie le inibizioni tipiche di un “ragionamento” fatto sull’impatto che le proprie azioni possono avere sugli altri.

Le folle sono una forza distruttva, impulsiva e irrazionale, priva di una visione di insieme e indisciplinata: cosa che le rendono facilmente orientabili e influenzabili.

“Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali degli uomini, e di conseguenza le loro individualità, si annullano”.

Un ottimo testo (un po’ “datato” per riflettere su quanto come individui siamo influenzati e influenzabili a prescindere dalle nostre qualità intellettuali.

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